Monica Forte, candidata con Moratti: “Serve un comitato per allontanare la mafia dalle Olimpiadi”
Nata politicamente nel Movimento 5 Stelle, Monica Forte ha abbandonato il gruppo consiliare che fa capo al partito di Beppe Grillo dopo due anni e mezzo dall'elezione in Consiglio regionale. Per cinque anni, però, è rimasta alla guida della Commissione Antimafia di Regione Lombardia, svolgendo il compito con la difficoltà di essere anche espressione della minoranza e senza un vero gruppo politico di riferimento.
Ora, in previsione delle prossime elezioni regionali, sembra aver trovato una nuova appartenenza: quella della lista civica che appoggia Letizia Moratti. E non è l'unica che dagli scranni dei 5 Stelle al Pirellone è passato con chi Grillo chiamava "Mortizia Moratti".
Oltre a Forte, anche Roberto Cenci ha infatti lasciato il Movimento 5 Stelle per passare con Moratti, che rivendica la scelta perché "sono entrambe persone di grande esperienza e competenza". Cenci sulla tematica ambientale, Forte sulla legalità. Ed è proprio su questo che Fanpage.it ha deciso di intervistarla in merito al suo programma per i prossimi 5 anni.
Perché non è stato deciso un protocollo antimafia per le Olimpiadi? Crede sia una priorità della prossima Giunta?
La priorità dovrebbe essere istituire un Comitato di esperti in vista della manifestazione Olimpiadi Milano-Cortina 2026 che possa affiancare il Presidente di Regione Lombardia nel monitoraggio dei lavori preparatori e delle fasi organizzative per prevenire tentativi di infiltrazioni mafiose.
Avevo fatto questa proposta nel 2019 con una mozione presentata in Consiglio che non è stata accolta perché l’attuale amministrazione regionale è restia a forme di controllo aggiuntive ritenendole un aggravio burocratico. L’ho inserito nel programma elettorale della lista Letizia Moratti Presidente con cui mi candido anche con un ruolo di coordinamento con le strutture di controllo, con la Presidenza della Regione Veneto e con Fondazione Milano Cortina.
La Commissione regionale avrebbe potuto trattare il tema delle Olimpiadi se ci fosse stata la volontà politica della maggioranza di farlo, ma io sono Presidente di minoranza e non gioco facile come ha fatto Gentili per parecchi anni nella sua commissione comunale. Io tutto il lavoro che ho fatto e i risultati che ho ottenuto me li sono sudati, ma ne sono orgogliosa perché sono il frutto di un lavoro di concertazione tra tutte le forze politiche che hanno poi votato tutti i provvedimenti all’unanimità.
In questi cinque anni ci sono mai state segnalazioni su riciclaggio e usura? Come sono state trattate?
Per quanto riguarda il riciclaggio esiste una normativa nazionale a cui tutte le amministrazioni pubbliche devono adeguarsi e in Regione Lombardia esiste una struttura che se ne occupa oltre alla funzione svolta da ORAC (Organismo Regionale per le Attività di Controllo). Non è compito di una Commissione consiliare occuparsi di questo, semmai di verificarne il corretto funzionamento.
So per certo che è necessario rinforzare i presidi di controllo esistenti con maggiori risorse umane, strumentali e finanziarie oltre a dover fare un importante lavoro di sensibilizzazione culturale sui dipendenti e funzionari pubblici affinché non si riduca l’applicazione di queste norme in fastidioso adempimento burocratico, ma se ne interiorizzi il valore essenziale in termini di tutela delle risorse pubbliche.
Altro discorso è l’usura. Esiste una enorme difficoltà alla denuncia che va superata con un importante lavoro che veda insieme istituzioni e terzo settore. La Commissione che ho presieduto per 5 anni ha fatto in sede di revisione della Legge 17/15 con l’approvazione all’unanimità del pdl il 6.12.2022, un importante lavoro su questo tema per modificare il fondo regionale, istituire un tavolo di lavoro permanente, investire in campagne di sensibilizzazione.
C’è ancora molto da fare ed è per questo che nel programma elettorale ho inserito specifici interventi per la prevenzione del sovraindebitamento e dell’usura tra i quali l’impostazione di un lavoro di mediazione con gli istituti di credito e con le finanziarie per il superamento delle difficoltà di accesso al credito e di rinegoziazione del debito che quasi sempre sono le cause all’origine dell’usura.
Regione Lombardia ha a disposizione gli strumenti giusti per contrastare la criminalità organizzata o ne servono altri?
Come vicepresidente del Coordinamento nazionale degli Osservatori e Commissioni antimafia regionali ho avuto modo di constatare che, nonostante ci sia ancora molto da fare, Regione Lombardia negli ultimi 7 anni ha costruito una struttura di prevenzione molto avanzata rispetto alla media del panorama nazionale.
Bisogna partire da questo per implementare, migliorare, rinforzare e arricchire quanto esiste parendo da lavorare ad una diversa governance regionale che su questi temi abbia un approccio multidisciplinare e metta in interoperabilità le banche dati e poi bisogna che Regione Lombardia cambi passo rispetto ad alcune scelte di identità che marchino in maniera più decisa l’indirizzo antimafioso dell’istituzione quali la costituzione di parte civile nei processi per mafia e l’acquisizione diretta dei beni confiscati. Segnali importanti che diventino un modello di riferimento anche per tutti gli enti locali.
Secondo lei, com'è possibile tenere le mafie fuori dalla gestione dei fondi del Pnrr?
È già stato attivato un protocollo di intesa tra Regione Lombardia e la Guardia di finanza, ma sono convinta, e per questo ho previsto concreti interventi nel programma elettorale che ho redatto personalmente, che si debba fare molto di più.
Solo per citarne un paio, è necessario mettere a regime il monitoraggio di tutta la filiera dei contratti e dei subcontratti tra la stazione appaltante, gli aggiudicatari e gli affidatari per la Regione stessa e gli enti del sistema regionale e supportare le amministrazioni locali nell’accesso ai fondi europei e alle risorse del PNRR attraverso un modello di collaborazione che affianchi le competenze della regione a quelle dei comuni.