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“Mio figlio con disabilità cacciato dal teatro perché disturbava”: la denuncia di una mamma milanese

Invitato al teatro Arcimboldi per uno spettacolo all’insegna dell’inclusione, Francesco, un bambino di 12 anni con disabilità intellettiva, è stato fatto uscire dalla sala dopo le lamentele degli spettatori. A denunciarlo sui social è stata la mamma, Stefania Rocca, che ha detto di non aver ricevuto scuse da parte del teatro.
A cura di Alice De Luca
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(immagine di repertorio)
(immagine di repertorio)

"Il teatro Arcimboldi, il giorno di Natale, non è stato in grado di tollerare il comportamento vivace di nostro figlio con fragilità (affetto da sindrome genetica RNU4-2) che dopo meno di mezz’ora, oltre a tre richiami da parte della maschera, è stato invitato ad uscire" a raccontare questa vicenda attraverso un post su Linkedin è Stefania Rocca, imprenditrice nell'ambito sanitario e mamma di Francesco, un bimbo di 12 anni con una disabilità intellettiva.

Gli spettatori si sono lamentati del ragazzo

Per il periodo natalizio il teatro Arcimboldi di Milano ha distribuito biglietti omaggio per assistere alla replica del musical "Anastasia", destinati alle associazioni e ai familiari di persone con disabilità all'interno del Municipio 4. Tra questi c'era anche Francesco che, invitato insieme alla sua famiglia, dopo 30 minuti dall'inizio dello spettacolo è stato costretto a lasciare la sala a causa delle lamentele degli altri spettatori.

"Abbiamo vissuto quella mezz’ora di spettacolo con il fiato sul collo da parte della maschera – ha raccontato Rocca – che continuava a sollecitare silenzio sia con i gesti che a parole: ‘se continua ad urlare sarò costretto ad allontanarvi'. Franci emetteva dei brevi urletti ed ogni qualvolta che la maschera si avvicinava Franci era più nervoso, perché infastidito dalla sua continua presenza ed intromissione".

La mamma del 12enne: "Nessuno si è scusato"

L'episodio ha profondamente deluso la mamma di Francesco, che ha raccontato di non aver ricevuto nessun messaggio di scuse da parte del teatro: "Mi sono confrontata sia con il direttore artistico Gianmario Longoni che con la direttrice organizzativa Francesca Martinetto (quest’ultima non voleva nemmeno fornirmi il suo nominativo) – ha scritto Rocca su Linkedin – e li ho trovati entrambi poco preparati sulla gestione della disabilità, confermandomi che le maschere non erano tutte al corrente di dove fossero presenti i ragazzi fragili, ‘per scelta erano dislocati in più punti per non ghettizzarli'. Longoni è riuscito a dire ‘signora capisco anche se sono più fortunato dí lei…' non aggiungo commenti a frasi di basso profilo".

Ha poi concluso Stefania Rocca: "Uscire in compagnia di ragazzi fragili è emotivamente difficile, normalmente le famiglie si chiudono in casa, se decidete di ospitarci, fatelo con il cuore e non per interessi personali perché il dolore che si prova a mettere a nudo le fragilità del proprio figlio va oltre ciò che potete immaginare”.

La replica del teatro

Il direttore artistico Gianmario Longoni ha espresso solidarietà nei confronti della famiglia: "Capisco il disagio vissuto”, ha detto, per poi aggiungere che, stando a quanto a lui riferito, "La maschera ha suggerito alla famiglia di portare il bambino fuori dal teatro solo temporaneamente, solo per il tempo necessario a calmarlo, per poi rientrare, in modo da tutelare tutti gli spettatori". Ma la famiglia di Francesco ha smentito questa versione dei fatti.

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