Minacciata, picchiata e costretta dal figlio a dormire sul pavimento: la vittima è una donna di 81 anni
Una vita di maltrattamenti quella vissuta da una donna di 81 anni residente a Busto Arsizio, in provincia di Varese. Il figlio (e per un periodo anche la ex nuora) le rubava i soldi, la picchiava e la faceva dormire sul pavimento. Fino a quando l'anziana donna ha deciso di denunciare nel mese di marzo scorso. Ora inizia il processo per maltrattamenti. Il figlio, un 53enne con precedenti penali e problemi di droga, è già sottoposto al divieto di avvicinamento alla madre.
La vita di vessazioni della donna di 81 anni
Il figlio oggi ha 53 anni e ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Ha iniziato a vessare sua madre nel 1992, estorcendole denaro per comprarsi la droga, l'alcol e per giocare d'azzardo. La picchiava e la costringeva a dormire sul pavimento. Per 5 anni, la donna si è coricata su un tappetino di gommapiuma a contatto con il pavimento gelido.
Come se non bastasse, l'ex moglie del figlio (quindi la nuora della donna) per alcuni anni ha vissuto da lei insieme al marito. Era anche più cattiva. Stando alle testimonianze dell'anziana, scritte nella querela presentata, la nuora diceva di volerla uccidere, buttarla nel tritacarne o in un sacchetto della spazzatura.
Un figlio problematico: droga, ricoveri psichiatrici e carcere
Il figlio ha avuto problemi di droga e diversi precedenti penali. È stato in carcere dal 2018 al 2023. Prima era stato ricoverato in psichiatria, era passato attraverso tso (trattamento sanitario obbligatorio), era stato accusato di maltrattamenti sui figli, adescamento di minori e anche stalking (sembra nei confronti di una ragazzina che frequentava lo stesso oratorio del figlio).
Dopo il carcere aveva avuto un altro episodio preoccupante nel gennaio del 2024. Stava percorrendo una strada a bordo del suo motorino quando ha deciso di aggredire dei passanti e poi alcuni poliziotti di una volante. Nello stesso giorno, aveva spinto a terra una donna che stava salendo nella sua auto cercando di strozzarla. La sfortunata riuscì a salvarsi grazie all'intervento di alcuni passanti.
Il ricovero e l'inizio del processo a Busto Arsizio
Dopo le aggressioni di gennaio era stato portato negli uffici del commissariato di via Foscolo a Busto Arsizio. Qui, aveva cercato di ingoiare un anello, aveva iniziato a dire di se stesso di essere un dio e a recitare il Padre Nostro e l'Ave Maria. Da quel momento, il 43enne è stato ricoverato in psichiatria.
La donna ha deciso di denunciare i maltrattamenti a marzo e, in quel mese, il figlio è stato sottoposto al divieto di avvicinamento alla madre emesso dal gip Tiziana Landoni. Sembra lo stia rispettando. In caso contrario potrebbe ritornare in carcere. Per il processo, l'imputato, difeso dall'avvocato Dario Monfrini, ha chiesto al gup Veronica Giacoia di essere giudicato con il rito abbreviato.