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Minacce no green pass, innalzata sorveglianza per il sindaco di Milano. Sala: “Non voglio la scorta”

Protezione nei confronti del sindaco di Milano Beppe Sala e la sua famiglia: la decisione arriva dopo le minacce che il primo cittadino ha ricevuto all’interno della chat Telegram “Basta dittature proteste”. Intanto il capo dell’Antiterrorismo di Milano ha aperto un fascicolo affidato alla Digos e alla polizia postale per risalire agli autori.
A cura di Ilaria Quattrone
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Sarà innalzata la protezione nei confronti del sindaco di Milano Beppe Sala e la sua famiglia: la decisione è arrivata dopo le minacce che il primo cittadino ha ricevuto all'interno della chat Telegram "Basta dittature proteste". La paura è che lui o la sua famiglia possano subire brutali aggressioni. Preoccupazione alimentata dal fatto che nelle chat viene scritto in quale zona abiti il sindaco e dal fatto che alcuni si starebbero mobilitando per trovare la via e il numero civico. Sala ha però affermato di non volere la scorta.

Le minacce all'interno delle chat

All'interno della conversazione si susseguono le minacce. Dalla decapitazione all'aggressione fisica fino all'ipotesi di seguirlo fino alla sua abitazione: "Potevamo aspettare che tornasse e decapitarlo sul posto", scrive un utente, "Seguirlo quando esce dal Comune fino a casa", minaccia un altro. Le loro parole arrivano dopo le affermazioni di Sala sui frequenti cortei no green pass: "A questo punto diventano incontrollabili. La polizia che può fare? Può fare una sola cosa: Può caricarli. Cosa che ovviamente, io capisco, il prefetto non intende fare".

Le indagini della Digos

Da qui la decisione del comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Riccardo Saccone di innalzare la vigilanza attiva per Giuseppe Sala. Adesso infatti sarà rafforzata e vedrà passaggi di pattuglie davanti alla sua casa e un'attenzione particolare agli eventi a cui parteciperà. Intanto il capo dell'Antiterrorismo della procura di Milano, Alberto Nobili, ha aperto un fascicolo. Gli agenti della Digos e quelli della polizia postale stanno indagando per risalire agli autori dei messaggi e soprattutto a coloro che hanno condiviso i numeri di telefono di Sala, della sua segreteria e gli indirizzi e-mail che lo riguardano.

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