Minacce a un imprenditore, prosciolto l’ex capo ultrà Beretta: di cosa era accusato oltre l’omicidio di Bellocco
È stata ritirata la querela per estorsione presentata da un imprenditore edili. Così Andrea Beretta, Davide Bombardini e Claudio Morra (ovvero capo ultras dell'Inter, ex calciatore e ultras) sono stati prosciolti. Secondo l'accusa i tre avrebbero provato a estorcere 100mila euro a un uomo per un presunto debito. Con tanto di minacce. I tre, con una quarta persona non nota, avrebbero tentato di costringere l'uomo a consegnare la somma, "dapprima a Bombardini" e poi a Beretta e Morra. Nel tempo il reato era stato riqualificato a esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Tanto che a luglio dello scorso anno aveva condannato a 6 mesi con pena sospesa Davide Bombardini, ex centrocampista classe '74 di Roma, Udinese, Atalanta, Palermo e Salernitana, per "esercizio arbitrario delle proprie ragioni". Adesso arriva la decisione della Corte d'Appello di Milano non procedere più perché é stata ritirata la querela. Così come sono stati revocati anche i risarcimenti stabiliti in primo grado.
Ora Andrea Beretta, ex capo ultrà dell'Inter, è in carcere con l'accusa di aver ucciso lo scorso 4 settembre a Cernusco sul Naviglio (Milano) Antonio Bellocco, 36enne ed erede dell'omonima cosca della ‘ndrangheta a Rosarno (Reggio Calabria). Dovrà difendersi dal reato di omicidio volontario aggravato e detenzione illegale di una pistola. Alla base del delitto ci sarebbero gli affari tra i due: la curva nord interista avrebbe fatto "entrare" Antonio Bellocco nel direttivo perché il clan avrebbe fatto "pressioni" per essere parte di quel mondo. Lo avrebbe fatto inoltre per spartirsi i guadagni di alcuni affari. La Procura e i carabinieri sono al lavoro per ricostruire tutti i retroscena.