Milano zona rossa, la richiesta nella Conferenza Stato Regioni
I contagi crescono. La diffusione del Coronavirus in Lombardia si allarga. Soprattutto a Milano, sia in provincia che in città. Tanto da arrivare a ipotizzare misure drastiche per il capoluogo lombardo. Un’ipotesi che emerge – e che sarebbe stata richiesta – anche durante il confronto tra Regioni e governo in vista del varo del nuovo dpcm. Una zona rossa, viene definita. Ipotizzata per Napoli, con un parziale passo indietro del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che voleva chiudere tutta la Campania e che ora sembra pensare a misure drastiche solamente per l’area metropolitana di Napoli. Una strada simile si potrebbe percorrere anche a Milano, dove l’ipotesi della zona rossa sembra non essere esclusa.
L’idea di una zona rossa per Milano viene ritenuta plausibile anche dal direttore generale Welfare, Marco Trivelli: “Non è da escludere nessuna misura”, dice facendo riferimento alla situazione attuale e ai numeri del contagio nel capoluogo. A Milano ieri si sono registrati 917 casi e la metà dell’intera Lombardia riguardavano la sola area metropolitana di Milano. Dati molto simili oggi, con 2.306 dei 4.959 casi lombardi registrati nella provincia di Milano. Di questi ben 1.010 a Milano città. Preoccupa anche la tenuta degli ospedali, con una crescente pressione sulle strutture sanitarie. Basti pensare che solamente oggi in Lombardia l’aumento dei ricoverati è di 140 pazienti, con un incremento di 29 nelle terapie intensive.
L’idea potrebbe essere quella di una chiusura per un paio di settimane. L’obiettivo è quello di far riscendere l’Rt, l’indice di contagio che ha ormai abbondantemente superato il 2 a Milano, arrivando a 2,35. Un dato simile a quello che si registrava a marzo a Lodi, nel pieno dell’epidemia. A giustificare la possibilità di limitazioni così forti ci sono anche i nuovi dati su contagi e ricoveri in città. All’ospedale in Fiera sono stati ricoverati nuovi pazienti oggi, per un totale di 8 posti di terapia intensiva occupati. Preoccupano anche i focolai in alcune strutture, come quello del reparto di Cardiologia del Sacco o quello del Pio Albergo Trivulzio, dove sono una ventina i contagiati tra ospiti e dipendenti.