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Milano, truffa dello champagne fasullo: due condanne a 8 anni, Lele Mora tra le presunte vittime

Sono arrivate due condanne a otto e sette anni e sei mesi di carcere per estorsione a Michele Cilla, gestore in un locale di Milano ed ex socio di Guglielmo Fidanzati, boss deceduto nel 2014, e un’altra persona a lui vicina, Claudio Angrani. Nella vicenda, si presumeva fosse implicato anche Lele Mora, rimasto vittima di un raggiro in un campo rom.
A cura di Filippo M. Capra
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Sono arrivate due condanne a otto e sette anni e sei mesi di carcere per estorsione a Michele Cilla, gestore in un locale di Milano ed ex socio di Guglielmo Fidanzati, boss deceduto nel 2014, e un'altra persona a lui vicina, Claudio Angrani. Con loro, nel dicembre del 2018 era stato arrestato anche Riccardo Spada, poi processato col rito abbreviato.

Condannati per estorsione

I tre si sarebbero resi protagonisti di chiedere, con minacce e violenze, 10.000 euro, oltre alla rinuncia ad un credito da 5.000 euro, a padre e figlio. Su questo si sono incentrate le indagini, poiché i pubblici ministeri non avrebbero trovato riscontri su quanto accaduto a Lele Mora. L'ex agente dei vip, era stato riportato, sarebbe rimasto vittima di una truffa da 40.000 euro all'interno di un campo rom. L'ex socio di Fabrizio Corona, però, non è mai stato indagato né considerato un testimone. La vicenda, dunque, è stata più intricata del previsto. L'inchiesta del pubblico ministero si è quindi concentrata solamente sull'estorsione per cui sono arrivate le condanne, con gli investigatori che avrebbero dunque accertato che i tre condannati avrebbero usato violenza per sottrarre denaro alle altre due persone, che hanno successivamente denunciato l'estorsione. 

Il presunto coinvolgimento di Lele Mora

Secondo quanto ricostruito, lo scorso maggio, a Milano, Lele Mora avrebbe tentato di acquistare, incautamente, un tipo di champagne molto caro all'interno di un campo rom. L'ex agente dei vip sarebbe stato rapinato di tutti i soldi di cui disponeva, circa 40.000 euro, che si sarebbero rivelati successivamente soldi non suoi. Tanto che, successivamente, Mora sarebbe stato minacciato da coloro che glieli avevano prestati per la trattativa. La vicenda venne ricostruita dal Corriere della sera.

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