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Milano, tassista corriere della droga “per la crisi”: arrestato con 6 chili di stupefacenti

Un tassista di 31 anni è stato arrestato dalla polizia per spaccio. L’uomo vive a Milano, ma faceva il corriere della droga per rifornire, con la sua auto bianca, piccoli spacciatori del Lodigiano. In casa la polizia gli ha trovato 6 chili di droga: agli agenti ha detto che lo faceva per necessità, perché in crisi a causa del Coronavirus.
A cura di Francesco Loiacono
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Un uomo di 31 anni, di professione tassista, è stato arrestato dalla polizia a Milano con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L'insospettabile guidatore di un'auto bianca svolgeva in realtà una seconda professione ben più remunerativa della prima, soprattutto in questi mesi di crisi per via dell'emergenza Coronavirus: quella di spacciatore. Per la precisione, secondo quanto ricostruito dagli agenti della squadra mobile di Lodi, che ha condotto le indagini, l'uomo era il fornitore di diversi pusher al dettaglio della provincia di Lodi.

Il tassista si è giustificato dicendo di essere in crisi col suo lavoro

Sfruttando la possibilità di circolare con il suo taxi anche durante il periodo di lockdown, l'uomo faceva la spola tra Milano, dove viveva, e il Lodigiano, dove portava agli spacciatori marijuana e hashish. L'attività del 31enne, originario di Vizzolo Predabissi, era però da tempo sotto la lente dei poliziotti della sezione antidroga della squadra mobile di Lodi, che nella giornata di martedì 15 dicembre hanno fatto scattare il blitz nei suoi confronti. Gli agenti si sono presentati in casa del 31enne per una perquisizione: durante i controlli hanno trovato oltre 4 chili di marijuana in confezioni sotto vuoto e circa due chili di hashish. Oltre alla droga hanno trovato in casa del tassista anche seimila euro in contanti, che verosimilmente sarebbero il provento dell'attività di spaccio. Il 31enne, davanti agli agenti, non ha potuto fare altro che ammettere le proprie responsabilità, cercando però di giustificarsi: si sarebbe dato allo spaccio perché messo in ginocchio, come tassista, dalla crisi economica legata al Covid-19. Una giustificazione che non gli è però servita ad evitare il carcere: è ora recluso nel penitenziario di San Vittore, a disposizione dell'autorità giudiziaria.

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