Milano, Sala ancora sullo smart working: “Sono preoccupato quando vedo torri senza lavoratori”
"Non è che sono contrario allo smart working, ma da sindaco non posso non preoccuparmi quando vedo una torre da 2mila dipendenti sbarrata". Il sindaco Giuseppe Sala pensa alla Milano del post emergenza Covid e, come avvenuto già in passato, esprime i suoi dubbi durante il suo intervento di lunedì sera all'evento organizzato dal Pd "Ricomincia con noi", affiancato dal sindacalista Marco Bentivogli. Al centro dell'incontro il mondo del lavoro: "Mi chiedo se il nostro Statuto dei lavoratori, che è del 1970, non sia il caso di rinnovarlo drasticamente", aggiunge Sala. Certo è che la pandemia ha cambiato regole e organizzazione di aziende ed enti pubblici: "Lancio segnali di attenzione ed è di questo che la politica dovrebbe occuparsi senza aver paura di esprimere un'opinione, senza accodarsi dicendo di dare lo sma working a tutti, deve invece avere il coraggio di rappresentare la situazione". E ancora: "Le aziende dovranno trovare le formule per ridurre costi e a Milano, sto osservando, stanno cominciando dagli spazi. Temo che il passo successivo sia il taglio personale".
Ritorneremo ad essere la città guida
Seppur preoccupato il sindaco Sala resta fiducioso: "Il prezzo che Milano pagherà sarà alto perché le cose andavano bene, ma tornerà ad essere la città guida di sempre". Per raggiungere l'obiettivo Sala chiede più collaborazione ai cittadini: "Io credo nel pensiero collettivo e nell'azione collettiva, Milano deve attingere alle sue qualità. La città ha le università e le capacità imprenditoriali, ma ci vorrà del tempo".
È il momento verità per la politica
Il primo cittadino si lascia poi andare su una riflessione, l'ennesima dopo quella degli stipendi diversi tra Reggio Calabria e Milano, su Nord e Sud e sul segretario del partito: "Quando Nicola Zingaretti dice che il recovery plan servirà a ridurre il gap tra Nord e Sud, con il principio siamo tutti d'accordo, ma il problema è come, con che impegni e obiettivi. Noi su questi temi dobbiamo avere la capacità di dire la nostra. È il momento verità per la politica". Infine, il sindaco chiude con una domanda retorica: "Saremo lettori di quello che sta succedendo nel mondo o ci perderemo in dibattiti sterili?".