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Covid 19

Milano, riunione di emergenza dell’unità di crisi di Areu: servono altre ambulanze

Nella giornata di giovedì 29 ottobre a Milano è andata in scena una riunione dell’unità di crisi dell’Azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia che ha fatto il punto della situazione sull’emergenza Covid. A quanto emerso, secondo le informazioni raccolte da Fanpage.it, l’Areu ha chiesto alle associazioni che gestiscono il servizio di ambulanze del territorio di implementare quanto più possibile le rispettive flotte per non soccombere alle richieste di aiuto dei cittadini.
A cura di Filippo M. Capra
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Non si arresta l'emergenza ambulanze nella Città metropolitana di Milano. Dopo una prima richiesta alle associazioni di implementare ulteriormente la flotta presente sul territorio, Anpas, Croce rossa e Fvs hanno dispiegato ulteriori 17 ambulanze (7 la prima, 5 la seconda e la terza, l'Azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia – come verificato da Fanpage.it – ha convocato d'urgenza una riunione con l'unità di crisi e le fondazioni stesse per aggiornare sulla situazione.

Areu chiede altre ambulanze, sistema sotto pressione

Dall'incontro, andato in scena nel pomeriggio di giovedì 29 ottobre, è emersa una situazione ancora fragile tale per cui Areu ha nuovamente chiesto alle associazioni di fare quanto possibile per reperire ulteriori macchine. Per il momento, però, non è stata presa in considerazione l'ipotesi di farne arrivare alcune da fuori regione perché anche nel resto d'Italia la situazione è delicata. Per questo motivo, da domani, lunedì 2 novembre, le associazioni tenteranno l'impossibile per soddisfare le richieste dell'unità di crisi. Sono in costante aumento, infatti, le chiamate al 118 per pazienti con sintomatologia da Covid-19, e i ritardi accumulati nei pronto soccorso per lo scarico dei degenti si sta facendo ingestibile.

Un medico del Fatebenefratelli: Siamo intasati di accessi, serve un lockdown

La tragicità della situazione è testimoniata anche da un medico del pronto soccorso dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano che, a Tgcom 24, ha dichiarato che "il picco degli accessi con sintomi respiratori o infettivi non si ferma e non smetterà di intasarci a meno che non ci sia il lockdown. Per noi non avere incidente stradali, infortuni sul lavoro, piccoli traumi, significa il 40 per cento in meno di ingressi".

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