Milano, risse e assembramenti nelle zone della movida: residenti di 6 quartieri diffidano il comune
Una diffida a firma dei comitati di Navigli, Lazzaretto, Sant'Agostino, via Melzo/via Lambro (porta Venezia) e Archinto (Isola) insieme con l'Associazione ProArcosempione presentata nei confronti del primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, e di parte della sua giunta.
Nessun controllo in merito alle norme anti assembramento
Il motivo riguarda la cosiddetta movida selvaggia che anima le zone di questi quartieri ormai ostaggio della vita notturna che spesso porta con sé risse, rumori fino a notte fonda e assembramenti. Ed è proprio su questo tema che verte uno dei punto del testo presentato venerdì 25 luglio: i comitati contestano infatti "l’omesso controllo riguardo alle norme anti-assembramento" varate per contrastare l'emergenza covid e per questo chiedono "atti amministrativi volti a porre fine alle numerose violazioni di leggi e regolamenti da parte di gestori e frequentatori di locali".
Nella diffida l'ultimatum di 60 giorni al comune di Milano
Al termine della diffida vi è anche un ultimatum che gli stessi comitati hanno dato al comune di Milano concedendogli 60 giorni di tempo per prendere provvedimenti per limitare il caos notturno. Qualora non dovessero esserci provvedimenti "verrà assunta in ogni sede ogni ulteriore e più opportuna iniziativa, avanti la competente autorità", si legge nella diffida.
A causa della movida deprezzate anche le case
Le problematiche, si legge nel testo depositato dagli avvocati Giuseppina Borrelli, Aldo Fillinich e Paolo Risotti hanno lamentato le conseguenze della movida che vanno dal parcheggio selvaggio all'inquinamento acustico, passando per vandalismo, occupazione arbitraria di suolo pubblico, spaccio di sostanze stupefacenti ma anche inquinamento acustico e disturbo del riposo. I residenti infine fanno notare anche come, proprio a causa della movida le case presenti nei quartieri subiscano un deprezzamento.
Chiudere gli esercizi pubblici a mezzanotte
Tra le proposte offerte dagli stessi residenti vi è la chiusura giornaliera degli esercizi pubblici alle 24 nelle aree ad alta densità residenziale, limitare le autorizzazioni per i dehors o anche chiuderli a mezzanotte, monitorare l'emissioni dei rumori all'esterno dei locali e infine vietare agli esercizi commerciali di servire bevande da asporto e vorrebbero più sostegno per i negozi di vicinato.