Milano, punito dalla preside per i capelli blu: protesta dei compagni con parrucche fuori da scuola
Lo avevano annunciato e alla fine lo hanno fatto. Alcuni ragazzi e ragazze, studenti dell'istituto alberghiero Carlo Porta di Milano, si sono ritrovati nel pomeriggio di ieri davanti alla scuola per una manifestazione di protesta in solidarietà di un loro compagno. Il ragazzo, uno studente di una classe quinta, due settimane fa era stato rimproverato dalla preside dell'istituto per via dei suoi capelli, lunghi e di colore blu. La dirigente scolastica, Rossana di Gennaro, lo aveva invitato a non presentarsi più a lezione con i capelli di quel colore. Il ragazzo li aveva prima tagliati, poi dopo una nota disciplinare (poi ritirata), li aveva tinti di nero.
Dall'Unione degli studenti di Milano era arrivata un'accusa all'istituto: "Nonostante l'alunno si sia attenuto alla ingiusta imposizione, tagliandosi i capelli lasciando solo qualche centimetro per non rasarsi totalmente, l'istituto scuola ha imposto anche all'alunno il divieto di entrare nell'istituto tranne che non si fosse rasato totalmente". Alle dure parole dell'associazione ha risposto la scuola, che con due diverse circolari pubblicate il 2 e il 12 febbraio febbraio sul sito della scuola ha puntualizzato: "La specificità dell'Istituto richiede precisi requisiti in ordine all’acquisizione di una fisionomia professionale", ricordando poi agli studenti impegnati in attività di laboratorio, per le quali è prevista un'apposita divisa, di "evitare di indossare un abbigliamento troppo difforme dalla richiesta come per esempio: pantaloni con strappi, tute da ginnastica, felpe, scarpe da ginnastica".
I Giovani democratici: Il diritto allo studio prescinde dal colore dei capelli
Il richiamo alla necessità di una "fisionomia professionale" non è evidentemente piaciuto ad alcuni ragazzi, che nel pomeriggio di ieri hanno manifestato davanti ai cancelli della scuola indossando parrucche blu e srotolando uno striscione con la scritta "Fifa blu". Solidarietà ai manifestanti è stata espressa dai Giovani democratici di Milano: "Chi ha paura dei capelli blu – hanno scritto i giovani dem su Facebook, parlando di "una discriminazione basata sul giudizio estetico della Preside, senza nessuna violazione del Regolamento di Istituto", che "ha determinato una violazione del diritto allo studio per uno studente. Un fatto di una gravità inaudita che va denunciato – hanno concluso i democratici – il diritto allo studio prescinde dal colore dei capelli.