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Milano, protestano i lavoratori del Monzino: “Nessun aumento dopo 14 anni, eroi solo all’occorrenza”

Dopo tre giorni di assemblea, da domani i lavoratori del Centro cardiologico Monzino di Milano, struttura d’eccellenza controllata da Ieo (Istituto europeo di oncologia) potrebbero entrare in stato di agitazione. “Non vogliamo essere considerati eroi all’occorrenza. Vogliamo essere riconosciuti professionalmente come valore aggiunto per il Monzino e per i nostri pazienti e come tali adeguatamente retribuiti”, dicono i lavoratori a Fanpage.it, denunciando: “La maggior parte di noi non vedrà un centesimo di aumento, dopo oltre 14 anni”.
A cura di Giulio Cavalli
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"Non vogliamo essere considerati eroi all’occorrenza. Vogliamo essere riconosciuti professionalmente come valore aggiunto per il Monzino e per i nostri pazienti e come tali adeguatamente retribuiti". Nel momento di ritorno della pandemia in Lombardia ci sono acque agitate al Centro Cardiologico Monzino, ospedale controllato da IEO che conta soci illustri nella sua struttura societaria come Mediobanca, Fondazione Leonardo Del Vecchio, Unipol Sai, Intesa Sanpaolo, Pirelli & C.m Allianz Assicurazioni, Generali, Banco BPM, Banca Mediolanumm Telecom Italia, Banca Popolare di Sondrio, Fondazione Cabrino Carena in Vigevano, Istituti Clinici Scientifici Maugeri e UniCredit.

Nessun aumento dopo oltre 14 anni

Lo scorso 8 ottobre è stato finalmente firmato il nuovo contratto tra lavoratori della Sanità Privata e i datori lavoro, dopo ben 15 anni di una lunghissima trattativa. Le Regioni hanno garantito il 50 per cento del costo del rinnovo contrattuale e la rivalutazione dei DRG. I lavoratori negli ultimi mesi, come anche in altre strutture, hanno fronteggiato l’emergenza Covid con reparti dedicati e con un Pronto Soccorso attivo 24 ore su 24. Nell’ospedale il 10-15 per cento dei dipendenti hanno contratto il virus: "Al termine dell’emergenza ci è stato chiesto di lavorare di più, – dice Alessandra Sartori dell’RSU – prettamente con ore straordinarie sono stati garantiti i varchi e i tamponi, abbiamo aumentato l’attività ambulatoriale e quella delle sale interventistiche ed operatorie per venire incontro ai tanti ammalati che non hanno potuto essere assistiti durante il lockdown. Come ringraziamento per il lavoro svolto, non abbiamo avuto diritto al famoso premio COVID, previsto solo per i dipendenti pubblici, eppure noi privati convenzionati eroghiamo un servizio pubblico. Inoltre, la nostra Direzione ci ha comunicato che l’aumento tabellare di stipendio assorbirà i superminimi. In pratica la maggior parte di noi non vedrà un centesimo di aumento, dopo oltre 14 anni".

I superminimi erano stati utilizzati dall’azienda per assumere professionisti che avevano già maturato esperienza in altre strutture e per fidelizzare i dipendenti in momenti di carenza si personale nel mercato del lavoro oppure per riconoscere economicamente cambi di mansioni, maggiori assunzioni di responsabilità e meriti professionali. Per questo al Cardiologico alcuni di questi superminimi sono ultraventennali e sono rimasti invariati con i rinnovi contrattuali. Con questi termini il rinnovo contrattuale si risolverà in un nulla di fatto, proprio mentre l’ondata Covid è tornate a riassalire gli ospedali.

Tre giorni di assemblea, poi sarà stato di agitazione

I lavoratori del Monzino hanno proclamato 3 giorni di assemblea (per riuscire a fare partecipare tutti i turnisti), Alessandra Sartori, all’uscita dall’assemblea di oggi (che è la seconda) spiega a Fanpage.it: "Finché avremo la forza faremo in modo che questo mancato aumento non avvenga anche perché temiamo che questa azienda (ormai non sono ospedali ma sono aziende) ne approfitti per far decadere altre parti di contratto che prevedono trattamenti di miglior favore, non vogliamo correre il rischio che la direzione faccia decadere i diritti che negli anni abbiamo avuto. Resistere sul superminimo è una base per resistere anche a altri attacchi. Il personale ha dato tutto, con turni massacranti, questo è un ospedale che usa ordinariamente gli straordinari. È un’azienda che ha dato ma ha anche avuto. Abbiamo fatto votare la mozione se indire lo stato di agitazione e sia all’assemblea di ieri che a quella di oggi tutti i voti sono stati favorevoli". Domani la terza e ultima assemblea e poi i lavoratori inizieranno la loro protesta.

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