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Milano, protesta dei ristoratori lombardi: “Il coprifuoco è la morte”

Questo pomeriggio a Palazzo Lombardia, a Milano, una cinquantina di ristoratori ha protestato contro la proposta di Regione Lombardia di istituire il coprifuoco notturno dalle 23 alle 5 del mattino: “Il coprifuoco è la morte”, hanno detto senza mezzi termini i manifestanti a proposito del provvedimento chiesto dalla Regione e dai sindaci al Governo, che potrebbe entrare in vigore a partire da giovedì 22 ottobre.
A cura di Ilaria Quattrone
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(Immagine di repertorio)
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Hanno protestato contro la decisione di Regione Lombardia di istituire un coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino nelle città lombarde. Una cinquantina di ristoratori si sono infatti dati appuntamento nel pomeriggio di oggi, martedì 20 ottobre, sotto il palazzo della Regione Lombardia affermando che: "Il coprifuoco è la morte".

Protesta ristoratori: Chiudere alle 23 e non alle 24 non ha senso

L'istituzione del coprifuoco, chiesto dalla Regione Lombardia (col parere positivo di tutti i sindaci dei capoluoghi) al governo, dovrebbe partire da giovedì 22 ottobre e obbligherà i cittadini a rimanere a casa dalle 23 alle 5 di mattina a meno di comprovate esigenze. L'idea – che era stata già suggerita dal virologo Fabrizio Pregliasco – arriva a causa dell'aumento dei contagi in Regione ma soprattutto in città come Milano, i cui dati allarmano. La proposta del governo lombardo ha già ricevuto un parere positivo del ministro della Salute Roberto Speranza. Chi invece è piuttosto critico sono proprio i ristoratori, che durante la protesta hanno chiesto alla politica di poter venire loro incontro al fine di evitare che si aggravi la crisi economica causata dal Covid-19: "Chiudere alle 23 e non alle 24 non ha senso – ha detto Paolo Polli, che è stato tra i multati per il sit-in del 6 maggio all'arco della Pace – è solo un modo per non rimborsare i ristoratori, mentre dovrebbero fare ronde e controllare la movida, lasciando che l'economia vada avanti". Per i sindaci e il governatore Attilio Fontana l'iniziativa è solo un gesto simbolico. Lo stesso presidente ha affermato che questa decisione "non dovrebbe avere delle conseguenze di carattere economico particolarmente gravi rispetto a quella di non lasciare che la situazione peggiori".

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