Milano, protesta contro la didattica a distanza: studenti occupano il cortile del liceo Tito Livio
Tutti gli studenti in cortile per protesta. Oggi venerdì 15 gennaio gli studenti del liceo milanese "Tito Livio" hanno occupato il cortile interno della scuola di via Circo. L'iniziativa dei giovani arriva poco dopo quella degli alunni del liceo classico "Alessandro Manzoni": qui un gruppo di giovani, zaino in spalla, aveva dato il via lo scorso 12 gennaio a uno dei tanti presiti degli istituti di Milano. "Ci siamo ripresi/e la nostra scuola!", avevano scritto su Facebook alcuni dei protagonisti del gesto di protesta, riuniti nel "Collettivo Manzoni".
La protesta contro la dad anche al Volta e allo Steiner
Ora tocca ai ragazzi del Livio, anche loro in protesta contro la didattica a distanza. I primi a dare la notizia su Facebook sono stati gli amministratori della pagina Facebook di "Milano InMovimento": "Dopo il Manzoni è la volta del Tito Livio. La protesta verte sulle stesse parole d'ordine di quella del Manzoni di due giorni fa. Seguiranno aggiornamenti", si legge sul post. Mattinata fotocopia anche per altri studenti milanesi, tutti contrari alle lezioni da casa: se venisse confermata infatti la zona rossa in Lombardia, gli studenti delle scuole superiori lunedì 18 gennaio non potranno ritornare in classe come precedentemente previsto. A far sentire la loro voce sono stati anche gli studenti del Steiner: questa mattina, insieme ai professori e il Comitato in Difesa della Scuola, si sono seduti ai loro banchi per seguire le lezioni fino a quando la preside non li ha obbligati a uscire. I giovani allora hanno poi proseguito la didattica a distanza nel cortile con banchi forniti dall'istituto. Stessa cosa è successa anche al Liceo Volta: gli studenti hanno provato a entrare in classe, per poi proseguire la protesta fuori.
Al Manzoni la preside aveva poi chiamato le forze dell'ordine
Già settimana scorsa il "Collettivo Manzoni" si era sfogato su Facebook: "Come studenti e studentesse è ormai da fin troppo tempo che veniamo trascurati/e, poiché in Italia la scuola non è assolutamente al primo posto tra le priorità. Chiediamo protocolli univoci e chiari che propongano soluzioni reali per migliorare la situazione in cui ci ritroviamo da quasi un anno. Non ci fermeremo finché la scuola non sarà resa un posto migliore e finché non verrà riaperta in sicurezza. Voi ce le togliete, noi ce le riprendiamo: il Manzoni c'è!". La preside dell'istituto aveva poi chiamato le forze dell'ordine, che hanno proceduto con l'identificazione degli studenti.