video suggerito
video suggerito

Milano pronta ad accogliere i primi 60 rifugiati scappati dall’Afghanistan

In queste ore si attende l’arrivo a Milano di 60 profughi scappati dall’Afghanistan: si trattano di otto dottoresse della Fondazione Veronesi che sono riuscite a scappare da Herat insieme alle loro famiglie. Oltre a loro ci sono anche una ventina di collaboratori dell’ambasciata italiana a Kabul. Il sindaco Giuseppe Sala: “Penso che ciascuno debba fare la sua parte, piccola o grande che sia”.
A cura di Giorgia Venturini
658 CONDIVISIONI
Immagine

In queste ore Milano attende l'arrivo dei primi sessanta afghani in fuga dal loro Paese caduto nelle mani dei Talebani. Pronti ad accoglierli c'è il Comune, la prefettura, le varie associazioni che si occupano di assistenza e la Fondazione Veronesi. Tra gli afgani in viaggio verso la Lombardia infatti ci sono otto dottoresse della Fondazione Veronesi che sono riuscite a scappare da Herat insieme alle loro famiglie. Oltre a loro – come riporta Repubblica – ci sono anche una ventina di collaboratori dell'ambasciata italiana a Kabul. Una volta atterrati in Italia tutte verranno sottoposti a tampone e a quarantena. Infine saranno accolti in uno dei centri di accoglienza.

Sala: Ciascuno deve fare la sua parte

A spiegare tutto sui social è il sindaco di Milano Giuseppe Sala: "Il Comune e la Prefettura di Milano, a cui il coordinamento nazionale per l'emergenza assegnerà una quota di nuclei familiari provenienti dall'Afghanistan – ai quali potrà essere riconosciuto lo status di rifugiati, in virtù del decreto legislativo n. 251 del 2007 – hanno avviato la loro collaborazione". E ancora: "Nei prossimi giorni raggiungeranno la nostra città alcune decine di cittadini afghani (con le proprie famiglie) che hanno collaborato con le Forze Armate, con l'Ambasciata italiana e con l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo in Afghanistan". Poi il primo cittadino ha aggiunto che "il Comune, su richiesta della Prefettura di Milano e in collaborazione con gli Enti del Terzo settore (già oggi sono impegnati nei Centri di Accoglienza Straordinaria) sta individuando e verificando gli spazi adeguati, che non possono essere improvvisati perché devono essere dotati dei servizi minimi adeguati per l’accoglienza di nuclei familiari". Infine conclude: "Penso che ciascuno debba fare la sua parte, piccola o grande che sia, davanti a un'emergenza epocale come quella afgana, e noi siamo orgogliosi di ciò che stiamo facendo". Milano si prepara dunque a fare la sua parte in quella che presto diventerà un'emergenza umanitaria: parte con l'accogliere questi primi afgani in attesa che – come precisa la vicesindaca Anna Scavuzzo – arriveranno flussi spontanei di persone.

658 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views