Milano Pride 2024, molestate alcune giornaliste mentre documentavano la parata: “È successo ad altre”
Alcune giornaliste, tra cui una collega di Fanpage.it, hanno raccontato di essere state molestate durante il Pride di Milano 2024 da una persona che apparentemente non sembrava un manifestante, bensì un addetto alla sicurezza. I fatti sono accaduti mentre gli inviati sul posto tentavano di intervistare l'ospite Elly Schlein. "Mancavano pochi minuti alle 15 quando mi sono avvicinata al carro del Partito Democratico in via Vittor Pisani a Milano. Dietro il furgone c'era già un capannello di colleghi che mi faceva presagire quanto avrei dovuto sgomitare per riprendere e intervistare la segretaria del Pd", racconta la nostra inviata Chiara Daffini.
Quasi subito, però, le si affianca un uomo e le chiede se sia una giornalista. Lei risponde mostrando il microfono di Fanpage.it e la videocamera. "Allora vieni qua", mi ha detto facendomi passare all'interno di una sorta di cordone formato da lui e altri uomini a circondare i cronisti che attendevano Schlein. Si è posizionato proprio dietro di me. Anche se sembrava stesse per piovere, c'erano 34 gradi. Sudavo e ero stipata come una sardina insieme agli altri giornalisti in quelle che in gergo definiamo tonnare".
"Ho iniziato a percepire", continua Daffini, "una pressione strana sul fondoschiena, ma, vista la situazione, non riuscivo a capire se fosse casuale o voluta. Ero certa però che l'uomo fosse ancora alle mie spalle, perché da quando mi aveva fatta entrare nel capannello il suo membro non si era mai staccato dal mio sedere. Dentro di me sapevo che era quello che temevo, ma, non potendomene accertare, ho avuto paura a rendere esplicito il mio disagio. Avevo una borsa a tracolla bianca e ho cercato di spostarla sul lato posteriore, in modo da fare da scudo tra me e le parti intime dell'individuo retrostante. Nel frattempo continuavo a sudare e mi guardavo intorno per capire in quale direzione dirigere la videocamera per riprendere meglio Schlein. La quale, finalmente, qualche minuto dopo è arrivata in prossimità del carro".
A quel punto la giornalista si concentra sul portare a casa l'intervista, e perde di vista la posizione della borsa. Poco dopo sente ancora il membro dell'uomo che torna ad appoggiarsi sul suo fondoschiena. "Ho provato a spostarmi di qualche centimetro, ma non è facile in quelle situazioni. Quando Schlein aveva quasi concluso il discorso e sembrava sul punto di andare via, noi giornalisti abbiamo iniziato ad accennare domande e a muoverci per seguirla. È stato proprio in quel momento che ho sentito delle mani allungarsi davanti al mio bacino per toccarmi le parti intime. Ho tentato di schivare le palpate e per fortuna in una manciata di secondi Schlein ha terminato di parlare e il capannello si è sciolto. Mi sono allontanata, arrabbiata, ma ancora in dubbio su quello che avevo appena vissuto". La sera stessa Daffini viene contattata da altri colleghi per chiedere se sia successo anche a lei. "È lì che ho capito di non essermi immaginata niente e al tempo stesso ho compreso fino in fondo le tante donne protagoniste delle storie che racconto ogni giorno".
La segreteria del Pd milanese si è subito attivata per esprimere solidarietà sull'accaduto, accertandosi che l'uomo coinvolto non fosse un volontario del partito, così come nulla ha a che vedere con lo spirito che anima il Pride. La stessa solidarietà che la redazione di Fanpage.it rivolge a Chiara Daffini, e a tutte le altre colleghe coinvolte. "In merito alle testimonianze di quattro giornalisti che hanno raccontato di aver subito molestie sessuali da parte di un uomo estraneo al Partito Democratico durante il punto stampa della segretaria Elly Schlein ieri a Milano, il Pd condanna fermamente l’accaduto ed esprime la più sincera solidarietà ai cronisti", hanno dichiarato congiuntamente la segretaria regionale del Pd Lombardia Silvia Roggiani e il segretario del Pd Milano Alessandro Capelli. "Faremo luce su questa inaccettabile e vergognosa vicenda, e lavoriamo affinché questa denuncia non finisca nel nulla. Siamo tutti affranti, ancora una volta, per l'ennesimo episodio di violenza. Ci battiamo al fianco di chi denuncia e contro tutte le forme di violenza di genere e molestie sessuali”.