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Milano, oltre 500 bauli vuoti in piazza Duomo: flashmob dei lavoratori dello spettacolo

Sono scesi in piazza Duomo a Milano sabato pomeriggio i lavoratori dello spettacolo che hanno organizzato un flashmob per chiedere provvedimenti immediati per il settore che rischia di morire pian piano. Oltre 500 i bauli vuoti posizionati davanti al Duomo: “Noi non guadagniamo da fine febbraio. In molti hanno già scelto di cambiare lavoro – le parole dalla piazza – l’esistenza dell’entertainment in questo Paese è in discussione”.
A cura di Chiara Ammendola
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Flashmob dei lavoratori dello spettacolo a Milano (Facebook)
Flashmob dei lavoratori dello spettacolo a Milano (Facebook)

Oltre 500 bauli vuoti perché da mesi manca lavoro e non sono più utilizzati per stipare le attrezzature professionali. È questa la simbolica installazione collettiva che questo pomeriggio ha portato in piazza Duomo oltre 1.300 lavoratori dello spettacolo che protestano per la grave crisi che attraversa il settore eventi dall'esplosione del Coronavirus.

Manca lavoro: bisogna ripartire subito in sicurezza

Un flashmob per chiedere interventi immediati per non lasciare che il settore muoia lentamente. "Armati" di flightcase e con indosso le magliette nere con l'hashtag "noi facciamo eventi" i manifestanti sono arrivati da tutta Italia per chiedere di "ripartire in sicurezza subito". "Un unico settore, un unico futuro" recita lo striscione esposto durante il flashmob che si è tenuto nel pomeriggio di ieri sabato 10 ottobre in piazza Duomo mentre nella vicina piazza della Scala si teneva la manifestazione organizzata dai Sentinelli di Milano per chiedere alle istituzione di accelerare i tempi sulla discussione del disegno legge Zan contro l'omotransfobia.

Non guadagniamo da fine febbraio: in molti hanno già scelto di cambiare lavoro

"Non abbiamo la presunzione di legiferare ma chiediamo di essere ascoltati – spiega Maurizio Cappellini, uno degli organizzatori – il nostro settore è stato abbandonato e servono provvedimenti subito altrimenti morirà”. In piazza tutto il mondo dello spettacolo, dai deejay ai promoter, dai producer agli attrezzisti che allestiscono i palchi. "Abbiamo molta paura – dice Alessandra Capra, producer freelance che per partecipare al presidio è arrivata da Prato – durante l'estate credevamo potessimo tornare a lavorare, ma ora giorno dopo giorno stiamo tornando nel buio. Noi non guadagniamo da fine febbraio. In molti hanno già scelto di cambiare lavoro. L’esistenza dell’entertainment in questo Paese è in discussione".

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