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Milano, nuovo sit-in di protesta degli studenti dei licei contro la Dad: “La scuola sia centrale”

“Armati” di thermos e coperte gli studenti dei licei Carducci e Volta di Milano si sono dati appuntamento per la terza volta davanti a palazzo Lombardia per seguire le lezioni a distanza in piazza. “Ci stanno rubando gli anni più belli della nostra vita chiudendoci in casa – accusa Sveva Pontiroli, una delle organizzatrici – chiediamo di poter tornare in aula in sicurezza, la scuola non è un luogo di contagio, anzi, mantenendole aperte si può tenere traccia della situazione epidemiologica”.
A cura di Chiara Ammendola
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Si chiama "School for Future" ed è un movimento nato dalla costola del più grande "Friday for Future", quello globale per l’ambiente ispirato dalla giovane svedese Greta Thunberg. L'obiettivo è riportare la scuola al centro delle priorità dei Paesi, anche dell'Italia. E così sono tanti gli studenti che questa mattina hanno deciso di protestare contro gli interventi del governo in merito alla scuola. Se da un lato il gruppo "Priorità alla Scuola" ha invitato i partecipanti a seguire le lezioni per un'ora davanti alla propria scuola, dall'altro il comitato "Studenti Presenti" ha invece organizzato un sit-in di protesta contro la decisione di istituire la didattica a distanza per i licei e gran parte delle scuole medie: anche a Milano diversi alunni dei licei Carducci e Volta, armati di thermos e coperte si sono dati appuntamento per la terza volta davanti a palazzo Lombardia per seguire le lezioni a distanza in piazza.

Ci stanno rubando gli anni più belli della nostra vita chiudendoci in casa

"Ci stanno rubando gli anni più belli della nostra vita chiudendoci in casa – accusa Sveva Pontiroli, una delle organizzatrici – chiediamo di poter tornare in aula in sicurezza, la scuola non è un luogo di contagio, anzi, mantenendole aperte si può tenere traccia della situazione epidemiologica". Circa una ventina i ragazzi, che nonostante il freddo per tutta la mattinata hanno preso appunti e ascoltato i professori in rigoroso silenzio all’aperto: "Preferiamo venire qui rispetto che stare a casa – racconta Giulio Soetje – oggi uscendo di casa e salutando mia madre per qualche secondo ho vissuto la normalità". All’intervallo, sempre mantenendo le distanze, al posto del classico bar all’interno degli istituti i ragazzi per comprare lo spuntino di metà mattina sono andati nel vicino mini supermarket. "Abbiamo il sostegno di alcuni docenti, questa situazione poteva essere evitata – conclude Pontiroli – per il futuro ci stiamo coordinando con studenti di altre città italiane, questi flash mob si allargheranno in tutto il Paese".

Chiediamo test rapidi, tracciamenti, trasporti potenziati e un medico in ogni scuola

Tra le altre iniziative anche quella di due ragazzi che questa mattina hanno continuato a svolgere le loro lezioni in didattica a distanza all'esterno della scuola media di via Quarenghi, zona Bonola. "Siamo qui per sollecitare una effettiva riapertura in sicurezza – spiega Sara Mastronicola del comitato – siamo in una Regione complessa. Andava gestita meglio la seconda ondata e lo si poteva fare. Chiediamo test rapidi, tracciamenti, trasporti potenziati, trasparenza, un medico in ogni scuola e la sistemazione del precariato. Non vogliamo nient'altro che quello che tutti i paesi europei stanno già facendo: riconoscere alla scuola il ruolo centrale che le spetta per il futuro e la crescita di questo Paese".

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