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“Milano non è più la città delle opportunità”: la denuncia dell’attivista contro il caro affitti

“Milano sta cambiando pelle, è diventata una città che esclude. Dobbiamo fare qualcosa”. Parla Tomaso Greco: un giovane milanese che, sul web e durante alcuni incontri in giro per la città, si batte contro il caro affitti e il costo della vita a Milano.
A cura di Francesca Del Boca
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Tomaso Greco
Tomaso Greco

"Io sono nato a Milano, ho studiato a Milano, lavoro a Milano. Milano mi ha dato molte opportunità. Ma vedo che la mia città sta cambiando, e sta cambiando in peggio".

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A parlare a Fanpage.it è Tomaso Greco, classe 1980. Milanese doc, con studi internazionali tra Londra e Yale, oggi è tornato a vivere nella sua città. Dove fa l'imprenditore e soprattutto, ultimamente, l'attivista.

Il tema, sempre quello: il costo delle case e della vita a Milano. Attraverso i social, un sito internet e incontri periodici in giro per i quartieri, Tomaso sta raccogliendo intorno a sé un piccolo movimento. Soprannominato "Milano, l'affitto che fatica".

Non è più la città delle opportunità

"Milano si sta trasformando da una città delle opportunità a una città respingente. Sta cambiando pelle. Oggi sta diventando una città che non offre la possibilità di costruire il proprio futuro e la propria libertà". E così, la strada da percorrere è solo una. "Credo che dovremmo attivarci, per poter cambiare le cose".

Ma qual è il problema di fondo? "Milano ha dei prezzi degli affitti molto alti, alti quanto le grandi città europee. Ma con un rapporto prezzi stipendi che è il peggiore in Europa, soprattutto per i più giovani e soprattutto per i redditi più bassi".

Che il prezzo delle case e degli affitti sia alto, del resto, non è di per sé un'anomalia. "Le persone vogliono stare dove ci sono le opportunità. E quindi questo, per il gioco della domanda e dell'offerta, fa aumentare il prezzo degli affitti".

Però. "Qui a Milano abbiamo un problema. L'anomalia a Milano sono gli stipendi netti, cioè quanto effettivamente entra in tasca al lavoratore. E quindi la sua capacità di spesa è inferiore rispetto alle altre grandi città. Possiamo dire, con una semplificazione, che abbiamo gli stipendi dell'Italia e gli affitti dell'Europa".

Sì, perché secondo i suoi calcoli, oltre la metà dello stipendio di un milanese se ne va in affitto. Per un abitante di Amsterdam o Parigi è il 35 per cento, per uno di Berlino addirittura il 25.

Milano è una città esclusiva

Con il risultato che gli abitanti scelgono sempre di più di gravitare intorno alla città, piuttosto che viverci dentro. "È chiaro che se le persone si spostano fuori Milano, o chi vive a Milano deve viverci facendo grandi sacrifici e rinunce personali importanti, avremo una città che si impoverisce. Che diventa esclusiva, nel senso tecnico del termine: una città che esclude, che spinge fuori chi a Milano invece lavora".

Il tema, quindi "è far sì che chi lavora a Milano possa permettersi di vivere a Milano". Come, però? Agendo dall'alto, con interventi statali che mettano un freno all'aumento dei costi? "Le leggi non lo permettono, in Italia probabilmente dovremmo addirittura cambiare la Costituzione".

"Quello che si può effettivamente fare è studiare un meccanismo di detrazioni sugli affitti parametrate su Milano: non possono essere uguali in tutta Italia. Le detrazioni, che esistono già in tutta Italia, devono diventare utili a Milano". Inoltre, per le aziende che possono farlo, "la possibilità di erogare fino a una mensilità netta in più per il caro affitti".

Ma non solo lavoratori. "Per gli studenti fuorisede, che non hanno una busta paga, potrebbe essere previsto un serio bonus".

"Possiamo cambiare le cose adesso"

Intanto, qualcosa possono già fare le istituzioni. "Dovrebbe intervenire il Governo nazionale, così come la Regione Lombardia: mi aspetto che nella prossima campagna elettorale si parli molto del caro affitti a Milano". E nel piccolo del Comune di Milano? "Il Comune non può fare granché, se non è sensibilizzare questi due enti perché agiscano sul piano politico. E comunque non lo fa".

Si può però agire ancora più in piccolo. "Il problema degli affitti e del costo delle case non è un destino segnato: l'alternativa non è scappare, o lamentarsi. Possiamo studiare e mettere in pratica delle proposte, che già ci sono, per riequilibrare il rapporto tra prezzi e stipendi. Basta solo impegnarsi, e bisogna farlo adesso".

L'obiettivo, è uno. "Milano non è condannata a diventare una città esclusiva. Milano può tornare Milano".

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