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Opinioni

Milano non è diventata il Far west

Gli ultimi fatti di cronaca sembrano restituire l’immagine di una Milano diventata come il Far west. Gli ultimi dati disponibili sul numero di delitti denunciati dicono che non è così, anche se la pandemia rischia di sparigliare le carte.
A cura di Francesco Loiacono
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Le violenze sessuali di gruppo in piazza Duomo a Capodanno, i ragazzini che aggrediscono agenti della polizia locale – anche se loro sostengono di essersi difesi – in uno dei luoghi simbolo della movida, la Darsena. E ancora: sparatorie in strada nei quartieri popolari, fino alla senatrice a vita Elena Cattaneo rapinata in stazione Centrale. Il 2022 a Milano è iniziato nel segno della cronaca: una serie di reati che hanno avuto ampia eco sui social e sui mezzi di comunicazione e che sembrano restituire l'immagine di una città scivolata nel caos sul fronte della sicurezza, dal centro alla periferia. È davvero così? Milano è diventata il Far west?

È ovviamente difficile restituire la percezione di sicurezza – concetto in sé ambiguo e molto soggettivo – che si respira in una grande metropoli come Milano. Ci si può allora affidare ai numeri. Partiamo da un dato che in sé non sembra molto lusinghiero: Milano è, secondo la classifica annuale sull'indice di criminalità del Sole 24Ore, la città italiana con più denunce all'attivo. Attenzione, però: l'ultimo report è stato pubblicato nell'ottobre dello scorso anno ed è relativo al 2020, in un momento in cui non si sentivano particolari "allarmi sicurezza" relativi al capoluogo lombardo. E il primato sulle denunce ha bisogno di altre due precisazioni: in primis, non tutti i reati denunciati in una città sono anche commessi nella stessa. E in secondo luogo l'alto numero di denunce è collegato, paradossalmente, anche a due aspetti positivi: il senso civico e la fiducia nelle istituzioni.

I delitti denunciati sono costantemente calati dal 2016 in poi

Tornando ai numeri, alcune cifre presenti nel database dell'Istat evidenziano un trend evidente prima della pandemia: dal 2016 al 2019 il numero di delitti denunciati dalle forze di polizia all'autorità giudiziaria a Milano è costantemente diminuito. Erano oltre 11mila nel 2016 (valori per 100mila abitanti), sono diventati 10.900 nel 2017, 10.452 nel 2018 e 9.925 nel 2019. Poi è arrivato il Coronavirus: nel 2020, a Milano così come in tutta Italia, c'è stato un ulteriore crollo dei delitti denunciati, dovuto alla pandemia e al lockdown che hanno comportato l'azzeramento, per mesi, della vita sociale. Per quanto riguarda il 2021 non ci sono ancora dati consolidati: l'impressione riferita da alcuni "addetti ai lavori" a Fanpage.it è che probabilmente il graduale "ritorno alla vita" si tradurrà in un aumento dei reati, anche se il loro numero potrebbe comunque essere inferiore al 2019, l'anno da tenere presente per confronti che abbiano un senso.

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Stando ai numeri disponibili finora, insomma, si capisce come non abbia senso pensare a Milano come al Far west. E d'altronde in Questura stando a quanto risulta a Fanpage.it non vi sono "allarmi" né dossier particolari relativi a una escalation criminale, anche se gli episodi avvenuti in questo primo scorcio di 2022 vengono ovviamente trattati col dovuto livello di attenzione. È altrettanto evidente però che nei prossimi mesi – e in parte già oggi – ci si ritroverà a fare i conti da un lato con il pieno ritorno alla socialità, e dall'altro con gli effetti proprio a livello sociale e psicologico causati dalla pandemia, effetti che nessuno al momento può predire con certezza.

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