Milano, l’aeroporto di Linate è sempre più tecnologico: arriva la tac per i bagagli a mano
Nonostante i tempi duri che gli aeroporti stanno vivendo a causa della pandemia da Covid-19, l'aeroporto di Milano Linate si arricchisce ulteriormente di nuove procedure ancora più tecnologiche.
Dal Face Boarding alla Tac per i bagagli a mano
Dopo l'introduzione dello scorso febbraio del Face Boarding, un sistema che consente di imbarcare i passeggeri con il riconoscimento facciale senza la carta d'imbarco, seppure in via sperimentale, lo scalo milanese ha annunciato di aver introdotto un rivoluzionario sistema di controllo dei bagagli a mano. Al posto delle macchine che setacciano ai raggi X i bagagli dei viaggiatori, verranno utilizzate delle macchine Tac studiate appositamente. In questo modo, i clienti delle varie compagnie aeree non dovranno più estrarre liquidi, pc e altri dispositivi elettronici dal proprio trolley per procedere con un controllo più approfondito.
Linate prima in Italia ad offrire tale tecnologia
Quello di Linate è il primo aeroporto italiano ad offrire tale servizio, ed è il primo in tutta Europa ad usare la tecnologia con macchine Tac per effettuare i controlli di tutti i bagagli a mano. Tale tecnologia consente il riconoscimento di materiale esplosivo grazie alle immagini che vengono elaborate in 3D ad alta risoluzione, oltre a permettere agli addetti valutazioni molto più rapide che riducono sensibilmente i tempi di attesa. Così facendo, verranno ridotti anche i possibili assembramenti tra i passeggeri.
Rivestimenti antibatterici: carica virale Covid abbattuta del 90% in 10 minuti
Ma non è tutto, perché secondo quanto riportato dall'Ansa, Sea, la società che gestisce sia Linate che Malpensa, starebbe portando avanti anche un progetto pilota per utilizzare i prodotti saCup, rivestimenti antivirali in rame che hanno anche proprietà antibatteriche. Di tale materiale verrebbero rivestiti tutte le superfici con cui i passeggeri vengono maggiormente in contatto: dai corrimano alle maniglie dei carrelli. Secondo uno studio dell'Università di Pisa, con tale materiale la carica virale del Covid viene neutralizzata al 100 per cento in un'ora, al 90 per cento in dieci minuti.