Milano, la madre di una bimba di 4 anni: “Mia figlia positiva al Coronavirus da 4 mesi”
Una bambina di 4 anni, che vive nell'hinterland di Milano assieme alla famiglia, da circa 4 mesi sarebbe positiva al Coronavirus. A raccontare la sua storia è il "Corriere della sera", a cui la mamma della bimba si è rivolta. Secondo la donna, la figlia ha iniziato a manifestare i sintomi del Coronavirus da metà marzo, dopo che anche altri famigliari avevano manifestato sintomi lievi. Il 24 marzo la piccola è stata portata al pronto soccorso perché aveva la febbre alta: i dottori hanno accertato che non aveva problemi polmonari e l'hanno rimandata a casa senza farle il test.
A metà maggio il tampone debolmente positivo
La bimba è stata tenuta in casa fino ai primi di maggio: poi la famiglia ha iniziato a uscire, in corrispondenza della Fase 2 (iniziata il 4 maggio), ma il 14 maggio è tornato "l'incubo": sulle mani della bimba sono apparse delle macchie e la mamma, spaventata anche per via delle notizie sui casi di sindrome di Kawasaki nei bambini, ha riportato la figlia in ospedale. Qui i medici l'hanno tranquillizzata, ma è arrivata anche la prima diagnosi ufficiale di Covid-19: dai test sierologici è emerso infatti un alto livello di anticorpi Igg (quelli che denotano un'esposizione passata al virus) e il tampone si è rivelato "debolmente positivo", una distinzione introdotta solo recentemente (a partire dalla fine di giugno) dal ministero della Salute.
La bimba sta bene, ma secondo le norme non è ancora guarita
Da allora, in un mese alla piccola sono stati effettuati 4 tamponi, tutti con esito diverso (negativo, debolmente positivo, positivo): ma non sono mai arrivati i 2 tamponi negativi a distanza di 24 ore che secondo le norme servirebbero per liberare "legalmente" la bimba dalla quarantena. Il problema sembra dunque essersi spostato da un punto di vista sanitario (la bimba sta bene, anche se ha iniziato a manifestare problemi comportamentali) a un punto di vista "burocratico": nessuno si prende la responsabilità di dire che la bimba non è più contagiosa, e questo potrebbe precluderle in futuro alcune cose, come l'iscrizione all'asilo. Eppure la bimba ha ripreso una vita pseudo normale, senza obiezioni da parte delle autorità a cui la mamma afferma di aver sempre comunicato tutto. "Chiedo che si valutino altri elementi per la fine della quarantena – è l'appello che la donna lancia dalle colonne del Corsera – non si possono violentare così i bambini".