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Milano, la foreign fighter Alice Brignoli: “È stato un errore, l’Isis non è idilliaco”

Alice Brignoli, la foreign fighter Italiana arrestata martedì 29 settembre in Siria dove era scappata con il marito e i figli nel 2015, ai magistrati ha ammesso di aver commesso “un grosso errore e che lo Stato islamico in Siria non era il posto idilliaco che ci aspettavamo”. La donna era stata trovata in un campo profughi insieme ai quattro figli, tutti ora rimpatriati. Il marito, invece, è morto in una prigione curda in Siria lo scorso settembre a causa di un’infezione.
A cura di Giorgia Venturini
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Alice Brignoli di ritorno in Italia dopo l'arresto insieme ai suoi quattro figli
Alice Brignoli di ritorno in Italia dopo l'arresto insieme ai suoi quattro figli

"È stato un grosso errore, lo Stato islamico in Siria non era il posto idilliaco che ci aspettavamo". Parla per la prima volta dopo il suo arresto Alice Brignoli, la foreign fighter italiana scappata nel 2015 da Bulciago, nella Brianza lecchese, con il marito Mohamed Koraichi e i tre figli minorenni per unirsi ai combattenti dello Stato Islamico e arrestata ieri 29 settembre in Siria durante un'operazione dei carabinieri del Ros. Una scelta che la donna ha rimpianto quasi subito: "Siamo partiti cinque anni fa, rispondendo al richiamo di Al-Baghdadi, ma volevamo tornare indietro". Alice Brignoli pronuncia queste parole durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere di San Vittore davanti al giudice per le indagini preliminari Manuela Cannavale e al capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili: a loro avrebbe ammesso le sue responsabilità e cercato di spiegare che i figli non sono stati addestrati secondo i principi del jihad. Seppur si sia proclamata di fede islamica, ha anche dichiarato di non essere più "radicalizzata". Resta il fatto che la donna, che poche ore dopo l'arresto era già stata rimpatriata in Italia insieme ai quattro figli, il quarto nato in Siria, dovrà ora rispondere di terrorismo internazionale.

Brignoli: Ci aspettavamo un posto con case e scuole e, invece, la guerra

La coppia, secondo quanto raccontato dalla donna al gip di Milano, aveva lasciato nel 2015 il paesino in provincia di Lecco perché aveva aderito a un appello video di Al Baghdadi per unirsi al Califfato. Sentendosi discriminati in quanto musulmani in Italia, hanno deciso di caricare bagagli e figli in macchina e guidare per cinque giorni verso la Siria. Lì il marito avrebbe avuto un ruolo di primo piano, mentre a lei spettava il compito di accudire i figli. "Ci aspettavamo un posto idilliaco per gli islamici, con case e scuole, ma abbiamo trovato la guerra", ha aggiunto la Brignoli. Poi la guerra è finita e l'Isis è stato sconfitto. Il destino della famiglia è finito nelle mani delle forze curde che hanno arrestato e rinchiuso in un carcere il marito, dove è morto a causa di una infezione lo scorso settembre, e hanno trasferito moglie e figli in un campo profughi di Al-Hol, nel nord-est della Siria. Fino al ritrovamento e all'arresto di martedì notte.

I quattro bambini sono stati trovati spaventati, ma in buona salute

Secondo quanto riferito a Fanpage.it dal tenente colonnello Andrea Leo, comandante del Reparto anticrimine di Milano del Ros, i bambini, oggi di 11, 9 e 7 anni, nati in Italia, più un quarto nato in Siria, al momento del ritrovamento sono stati trovati "molto spaventati, ma in buona salute". Tutti si erano detti poi contenti nel ritornare in Italia. Dopo poche ore i minori erano già stati affidati alle cure di una casa famiglia, mentre la madre è finita in carcere.

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