Milano, indagato lo stalker fascista che perseguitava l’attivista contro la violenza sulle donne
Una donna, presidentessa di un'associazione dell'hinterland milanese contro la violenza sulle donne, ha subìto per nove mesi minacce, intimidazioni, aggressioni e danni alla sua auto e a quella del marito. Per tutto questo è indagato un 50enne, che ha ricevuto il divieto di avvicinamento alla donna e il divieto assoluto di comunicazione con la stessa in qualunque forma. Durante delle perquisizioni sono state trovate in proprietà dell'uomo diverse armi, anzi, un vero e proprio arsenale: una lancia, sette spade, sei machete, due mannaie, una baionetta, venti pugnali, un’ascia, una mazza ferrata, oltre a manganelli, e diverse fruste. L'uomo può essere definito un nostalgico del ventennio fascista, vista la presenza nel suo appartamento anche di un mezzo busto di bronzo raffigurante Benito Mussolini.
Le minacce e le intimidazioni
Il 50enne, secondo le accuse di stalking mosse a suo carico, avrebbe aggredito verbalmente la donna, urlandole contro frasi come "W i femminicidi, la guerra è aperta" ma non si è fermato alle minacce verbali: gli avrebbe anche danneggiato l'auto. L'indagato pronunciava anche inneggiamenti al fascismo e alle Ss. Stando all'ordinanza, il 50enne in più occasioni insultava e minacciava la donna "perché non voleva continuare ad avere una relazione amichevole con lui" con frasi come "mi diverto a farti soffrire" e danneggiandole le ruote dell'auto. Secondo quanto riportato dall'Ansa, il 50enne diceva di "conoscere molta gente proveniente dalla Calabria e da territori ad altissima densità mafiosa" invitandola "a stare attenta anche per i suoi tre figli". Secondo quanto raccolto a suo carico, il 50enne dal novembre 2020, avrebbe anche danneggiato più volte il "Muro delle donne", un'opera realizzata dalla donna, strappando "i cartellini che riportavano i nomi delle donne vittime di femminicidio". In seguito avrebbe anche mandato dei messaggi con immagini raffiguranti Mussolini e riferendosi alla donna come "comunistella". Nella sua testimonianza la donna ha fatto mettere a verbale che l'uomo in occasione della festa dell'associazione "era passato più volte davanti al suo stand, fissandola con insistenza". L'indagato, che soffre anche di disturbi psicologici, avrebbe ammesso i fatti.