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Milano, incendiano la porta d’ingresso della casa di un disabile: due arresti

Due uomini sono finiti in manette per avere appiccato le fiamme davanti la porta di un monolocale di un uomo costretto sulla sedia a rotelle. Aggressori e vittima si conoscevano.
A cura di Giorgia Venturini
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Immagine di repertorio
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Avevano appiccato le fiamme versando della benzina in un pentolino davanti alla porta di un monolocale al cui interno c'erano due loro conoscenti, una 37enne e un 38enne: l'uomo è costretto su una sedia a rotelle. Mentre le fiamme stavano piano piano avvolgendo la porta gli aggressori si erano dati alla fuga. Era quanto successo la notte tra il 2 e il 3 gennaio scorso in via Privata Terracina a Milano. Ieri 3 febbraio due cittadini italiani di 49 e 40 anni sono finiti in manette con l'accusa di tentato omicidio, incendio e minaccia aggravata in concorso. Nei loro confronti i carabinieri della Compagnia di Milano Duomo hanno dato esecuzione a una misura cautelare in carcere emessa del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano.

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Il pentolino pieno di benzina per appiccare le fiamme

Stando a quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, quella notte i due arrestati si erano appostati davanti al monolocale della coppia, loro conoscenti, e avevano bloccato la porta d'ingresso dell'appartamento con uno stendibiancheria. Poi avevano preso un pentolino contenente la benzina e avevano fatto scoppiare l'incendio: le fiamme avevano avvolto la superficie esterna del portone metallico e parte dell’ingresso dell’abitazione. Il 49enne e il 40enne si erano dati alla fuga e avevano fatto perdere le loro tracce. La coppia all'interno dell'abitazione invece si era improvvisamente svegliata e aveva fatto in tempo a domare le fiamme prima che l'incendio distruggesse l'appartamento con loro imprigionati all'interno. Le vittime avevano poi allertato i soccorsi: i paramedici intervenuti sul posto li avevano medicati dal momento che a causa comunque della fiamme avevano riportato lievi ustioni agli arti superiori e inferiori. Da lì era poi scattata la caccia ai responsabili, finiti ora in carcere. Alle autorità giudiziarie dovranno chiarire tutto quanto accaduto e il motivo del loro gesto.

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