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Milano, il Pio Albergo Trivulzio chiude le visite dei parenti: “Curva dell’epidemia in crescita”

Il Pio Albergo Trivulzio chiude gli accessi ai parenti degli ospiti, per evitare di ritrovarsi nella situazione della scorsa primavera, quando la storica Rsa milanese è stata travolta dalla pandemia, con decine di contagi e decessi per il coronavirus. “La curva pandemica sta salendo e non vogliamo correre rischi”
A cura di Simone Gorla
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"A causa del riscontro dell'andamento epidemico in repentina e continua crescita sul territorio nazionale, l'unità di coordinamento aziendale ha disposto la chiusura delle visite ai parenti dal 9 ottobre 2020". Il Pio Albergo Trivulzio chiude gli accessi per evitare di ripetere quanto accaduto in primavera, quando la storica Rsa milanese è stata travolta dalla pandemia, con decine di contagi e decessi provocati dalla diffusione del Covid-19 nella struttura.

Contagi in aumento: il Pio Albergo Trivulzio chiude alle visite dei parenti

Per garantire la comunicazione tra ospiti e famiglie, spiega il Pat, "proseguono il servizio delle videochiamate, il progetto chiamata proattiva e il servizio di chiamata di aggiornamento delle condizioni cliniche di ospiti e pazienti al fine di garantire la comunicazione con i familiari" e "permane l'impegno di aggiornamento puntuale rispetto alle figura di riferimento di nuclei".

"Non vogliamo correre rischi"

Dalla struttura confermano che la chiusura è in atto dallo scorso 9 ottobre. Si tratta di una misura preventiva per scongiurare una nuova diffusione del virus nella Rsa che ospita persone anziane e fragili. Per lo stesso motivo almeno fino al 25 ottobre sono sospesi i trasferimenti di pazienti dagli ospedali per riabilitazioni e ricoveri. Da parte delle famiglie degli ospiti "non ci sono state proteste, perché tutti hanno compreso la gravità della situazione e condividono la volontà di non correre rischi dopo quello che è successo in passato".

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Rispetto al passato dal Pat assicurano che sono disponibili dispositivi di protezione individuale completi – camici, mascherine, calzari, cuffie – per tutti gli operatori. L'obiettivo è la schermatura totale per evitare contatti a rischio.

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