Un inno alla speranza. C’è chi di fronte alla paura si paralizza, chi grida, chi nega di averne, chi non smette di cercare. E poi c’è chi balla, come i ragazzi del Liceo Coreutico Statale Tito Livio di Milano, che dedicano ai lettori di Fanpage.it un video (in esclusiva trovate il backstage, su Youtube l'altra versione) pieno di grazia e fiducia nel futuro, per ritrovare un po' di ottimismo in vista del 2021 a partire proprio da loro, i giovani, troppo spesso stigmatizzati o dimenticati nel corso della pandemia. Dopo l’obbligo della didattica a distanza per le scuole superiori imposto a novembre, il preside e professori del liceo milanese non si sono scoraggiati, ma hanno approfittato dell’unica concessione lasciata dal dpcm e dalle ordinanze per rientrare in aula: i laboratori. Così, due volte a settimana, dalle 9 alle 13.40 e dalle 9 alle 11.40, i ragazzi sono tornati a scuola e hanno ballato, nella perfetta legalità, senza perdersi una lezione di laboratorio, ma dandosi regole precise: niente mezzi pubblici negli orari di punta, ingressi contingentati, controllo della temperatura, coreografie senza contatti fisici, niente balli a due, sanificazione degli ambienti a ogni cambio e soprattutto mascherina sempre indossata. "Difendere la presenza è stato il nostro obiettivo fin da subito" spiega il dirigente scolastico Giorgio Galanti, che si dice soddisfatto del risultato e della responsabilità di tutti: "più del 70 per cento degli alunni ha partecipato ai laboratori in presenza, chi invece era impossibilitato a raggiungere la scuola in maniera sicura per sé e per gli altri è rimasto responsabilmente a casa". Sebbene "all’inizio ci sia stato un po' di panico tra qualche genitore", ammette Giampaolo Argentieri, il professore che più di tutti si è impegnato nella organizzazione dei laboratori, "una volta rassicurati sulle misure di sicurezza, la paura è via via scomparsa, anzi, alla fine ci hanno ringraziato".
Gli studenti: È stato bellissimo, un grande regalo
Dislocato in due sedi, una in via Circo, pieno centro, l'altra in via Gozzadini, zona San Siro, il liceo Tito Livio conta 45 classi, di cui 35 sono del liceo classico e 10 sono del liceo coreutico, dove, oltre al piano di studi comune che prevede italiano, matematica, filosofia, storia, fisica e geografia, si studia storia della musica e si pratica danza. Come accaduto nella maggior parte delle scuole, tra settembre e ottobre anche il Tito Livio ha dovuto mettere in isolamento fiduciario o quarantena intere classi, 16 del classico 3 del coreutico, a causa dei contagi avvenuti durante il periodo estivo, ma contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato, con i laboratori di danza in presenza la situazione non è peggiorata e "nessuno si è contagiato", assicura il professore. Il liceo milanese richiama studenti da tutta Italia, Como, Lecco, Pavia, Mantova, Verona, "ma abbiamo studenti da più lontano, Lazio, Sicilia, Sardegna", continua il professore, "tutti i ragazzi sono stati attentissimi e scrupolosissimi, non ci sono stati episodi insubordinazione e nessuno si è lamentato delle regole ferree imposte sul piano igienico-sanitario, perché conoscono i sacrifici della danza". Il sacrificio era semmai quello di ballare di fronte a uno schermo, in appartamenti pensati per senza potersi affidare a una sbarra o all'armonia di un corpo vicino che segua gli stessi passi, allo stesso ritmo. "Tornare a stare insieme, seppur in un contesto di studio – dicono i ragazzi – è stato bellissimo". Anzi, di più, "è stato un grande regalo".