Milano, il 7 gennaio riaprono le scuole con ingressi scaglionati tra le 8 e le 9.30
Si avvicina il giorno della "ripartenza" dopo le festività natalizie anche a Milano. Quello di lunedì 7 gennaio sarà un ritorno all'insegna dei nuovi orari messi a punto dal sindaco Beppe Sala e dal prefetto Renato Saccone, che poco prima della fine dell'anno avevano siglato il patto "Milano per la scuola" sottolineando la necessità di scaglionare gli ingressi a scuola e tra le diverse attività cittadine in maniera da non "ingolfare" la città ed evitare quanto più possibile assembramenti.
Sul 7 gennaio, giorno in cui dovrebbero iniziare anche i saldi invernali, pesa al momento l'incognita riguardo alla fascia di rischio in cui sarà inserita la Lombardia. Prima delle ulteriori restrizioni previste dal cosiddetto "decreto Natale", la regione si era infatti "guadagnata" la fascia gialla. Ma i dati relativi alla pandemia sono mutevoli – l'ultimo bollettino ha fatto segnare 1402 contagi, con un tasso di positivi su tamponi dell'11,9 per cento – e sarà necessario aspettare l'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità per capire se la Lombardia tornerà gialla da lunedì 7, o sarà inserita in un'altra fascia di rischio più elevato.
Dal 7 gennaio tornano tra i banchi il 50 per cento degli studenti delle superiori
Dal 7 gennaio comunque, giorno in cui dovrebbe tornare a scuola anche il 50 per cento degli studenti delle superiori, sono previsti due orari di ingresso scaglionati negli istituti scolastici alle 8 e alle 9.30. Le università potranno tornare a fare lezioni in presenza, ma solo dopo le 10. Gli sportelli pubblici ai cittadini apriranno dopo le 9.30, ma sarà necessario prendere appuntamento. Stesso orario per banche, istituti assicurativi e finanziari. Le aziende del settore manifatturiero dovranno aprire entro le 8 mentre i settori amministrativi, direzionali e di consulenza potranno aprire alle 9.30. I negozi invece, osservati speciali per via dei saldi, apriranno alle 10.15. In questa maniera si spera di evitare eccessivi affollamenti sui mezzi pubblici, la cui capienza massima resta fissata al 50 per cento.