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Milano, flashmob dei dipendenti di H&M trasferiti dopo la chiusura di due negozi

Alcune decine di dipendenti della catena di abbigliamento svedese H&M hanno preso parte a un flashmob sabato pomeriggio a Milano in corso Buenos Aires all’esterno di uno dei negozio del marchio svedese per protestare contro i ricollocamenti che hanno fatto seguito alla chiusura di due punti vendita in città.
A cura di Chiara Ammendola
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Flashmob sabato pomeriggio a Milano di alcune decine di dipendenti H&M che si sono radunate in corso Buenos Aires, all’esterno di uno dei principali punti vendita della nota catena di abbigliamento in città, per protestare contro il ricollocamento di diversi lavoratori dopo la chiusura di due negozi nel capoluogo lombardo. Il presidio, organizzato insieme ad ADL Cobas – Lombardia, è durato diverse ore e i manifestanti hanno indossato una maschera e finto di essere dei manichini, che venivano mossi dagli altri presenti al grido “Noi la crisi non la paghiamo".

Secondo sindacati e lavoratori, comunque consapevoli del fatto che le ricollocazioni avrebbero comportato dei sacrifici, trasferire i dipendenti in alcune località difficilmente raggiungibili avendo tuttavia più di altri 10 negozi su Milano e provincia in cui poter ricollocare il personale "denota una evidente strategia dell’impresa di voler non solo mettere in difficoltà i lavoratori, ma anche come ha fatto finora H&M di non voler mettere gli stessi in condizione di poter tornare a svolgere la propria attività dando loro stabilità", recita la Filcams Cgil in una nota.

La nota di H&M: Così abbiamo garantito il posto di lavoro

Proprio in merito alla chiusura dei due punti vendita e al ricollocamento di 70 dipendenti in altre province italiane, pochi giorni fa H&M è intervenuta con una nota, nella quale spiegava che l’azienda, "in un quadro generale di grave difficoltà del settore retail, dovuto al momento straordinario in cui ci troviamo, è riuscita a garantire una ricollocazione per tutti i 57 dipendenti dei due punti vendita, al fine di salvaguardare la totalità dei posti di lavoro". "La maggior parte delle ricollocazioni – prosegue la nota –  è avvenuta su Milano, Provincia di Milano e Monza Brianza, in aggiunta a quelle in Lombardia e aree limitrofe. Le poche ricollocazioni in zone non limitrofe lombarde sono state effettuate a fronte di esigenze espresse da parte dei dipendenti", conclude l'azienda svedese.

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