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Milano è la seconda città più inquinata d’Italia. Il rapporto di Legambiente: “Smog oltre i limiti di legge”

Il 2024 è stato un anno grigio per l’Italia: l’inquinamento ha superato i limiti di legge in 25 città su 98. I problemi più gravi sono stati in Pianura Padana: specialmente in Lombardia e nella città di Milano.
A cura di Giulia Ghirardi
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Milano è la seconda città più inquinata d'Italia dopo Frosinone. Dopo di lei molte altre città lombarde a testimonianza del fatto che i problemi d'inquinamento più gravi riguarderebbero proprio l'area della Pianura Padana: specialmente la Lombardia.

In generale, il 2024 è stato un anno grigio per tutto il paese dove i livelli di inquinamento hanno superato i limiti di legge in 25 città su 98 monitorate. Questo è quanto emerge dall'ultimo report "Mal'aria di città" di Legambiente che ricorda che ricorda che, nonostante i continui miglioramenti generali della qualità dell’aria, gli attuali standard previsti dalla normativa dell’UE non sono ancora rispettati in tutta Europa. In particolare, l’Italia risulta ancora molto indietro. Lo dimostrano, ancora una volta, i numeri sull’inquinamento atmosferico registrati nelle città capoluogo di provincia nel 2024, un anno che, come avvenuto anche in quelli precedenti, mostra poche luci e molte ombre sul bel Paese. Il rapporto sottolinea, infatti, come in Italia sia diffusa una generale inerzia nel voler affrontare strutturalmente il problema che non è solo ambientale, ma anche e soprattutto sanitario ed economico. Perché, come dimostrano numerosi studi internazionali, i costi sanitari associati all’inquinamento atmosferico sono dell’ordine dei miliardi di euro all’anno.

Perché Milano è la seconda città più inquinata d'Italia nella classifica di Legambiente

Dopo Frosinone, Milano è la seconda città più inquinata d'Italia secondo i dati diffusi da Legambiente. Il capoluogo lombardo, infatti, conterebbe per ben 68 giorni un inquinamento dell'aria oltre i limiti di legge, con una concentrazione media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc).

Ad aggravare la situazione della città meneghina, il fatto che i livelli di smog e di inquinamento siano da considerare problematiche diffuse essendo stati registrati da più centraline di monitoraggio della qualità dell’aria oltre i limiti di legge. Infatti, oltre alla stazione di via Marche (68), anche quella di Senato (53), Pascal Città Studi (47) e Verziere (44) sembrano aver superato la soglia massima consentita dalla normativa dell’UE.

Quali sono le altre città Lombarde nel report di Legambiente

Nella classifica di Legambiente presenti diverse città della Lombardia. Dopo Milano, seguono Brescia (56) al nono posto e Monza (55) all'undicesimo, in entrambe la situazione rimane critica riguardo agli alti livelli d'inquinamento. È poi il turno anche di Mantova (50 piazza Gramsci, 42 S.Agnese e 36 via Ariosto), Lodi (Viale Vignati 49 e S.Alberto 40) e Pavia (Piazza Minerva 47 e via Folperti 38).

Dall'alto numero di città lombarde presenti all'interno del report presentato da Legambiente, emerge un quadro che sembra confermare che lo smog non sia da considerare un fenomeno episodico ma un problema strutturale, aggravato dalla conformazione geografica della Pianura Padana, che trattiene gli inquinanti nell’aria più a lungo rispetto ad altre zone.

Come migliorare la situazione? Le proposte di Legambiente

"Per uscire dall’emergenza smog, occorre intraprendere azioni e politiche mirate e strutturali, volte a ridurre le emissioni da tutti i settori che sono corresponsabili dell’inquinamento atmosferico, coinvolgendo e responsabilizzando decisori politici e cittadini verso un cambio di paradigma ormai non più rinviabile", si legge sull'ultimo report "Mal'aria di città" di Legambiente.

Per questo, la prima proposta indicata nel report è quella di muoversi senza inquinare. Per farlo si chiede il potenziamento del trasporto pubblico locale, che deve essere sostenibile ed efficiente, aumentando anche le corsie preferenziali e il blocco immediato dei veicoli più inquinanti. Serve, inoltre, costruire città a misura d'uomo e non di macchine. La proposta è, in questo caso, lo stop progressivo alla circolazione delle auto nei centri delle città. Senza deroghe e senza scappatoie, come quelle richieste per gli obsoleti euro4. Occorre ripensare allo spazio pubblico delle città, cominciando dall’estensione delle aree pedonali e dalla creazione di percorsi ciclo-pedonali che connettano intere porzioni di città e di quartieri.

I cittadini devono sentirsi liberi di muoversi a piedi e in sicurezza nella vita di tutti i giorni, muoversi "leggeri" grazie a una mobilità leggera in tutte le su forme (a piedi, in bici, col monopattino, sedie a rotelle elettriche), favorendo come in programma a Parigi l’approccio “15 minuti”: città, comuni e quartieri dove tutti i servizi essenziali sono raggiungibili a piedi in un quarto d’ora. Serve, inoltre, una mappatura degli impianti di riscaldamento domestici esistenti con un progressivo abbandono delle caldaie a gasolio e carbone da subito, a metano nel giro di pochi anni, puntando verso abitazioni ad emissioni zero servite da sistemi a pompe di calore a gas refrigeranti naturali per riuscire a riscaldarsi senza inquinare.

Infine, secondo il report, andrebbero ridotti gli allevamenti intensivi rivedendo l’intero sistema agrozootecnico, specialmente quello nella pianura padana, mediante la riduzione del numero di capi allevati in maniera intensiva e attraverso l’implementazione di buone pratiche come la copertura delle vasche o ponendo dei limiti e dei controlli agli spandimenti di liquami. Ne beneficerebbe non solo l’intero comparto – che produrrebbe meno in termini quantitativi ma meglio in termini qualitativi – ma anche il territorio e la qualità dell’aria.

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