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“Milano è ferma e Sala non lascia niente”. Salvini attacca, il sindaco risponde: “Solita tiritera”

A Milano è già campagna elettorale in vista delle elezioni comunali del prossimo anno. Il leader della Lega, Matteo Salvini, in visita a Sesto San Giovanni, ha attaccato Beppe Sala parlando di una Milano “ferma” con il sindaco che lascerebbe “nel cassetto poco o niente a chi verrà dopo di lui”. Poco dopo la replica del primo cittadino: “È la solita tiritera salviniana che ormai non convince nemmeno più i suoi compagni di partito”.
A cura di Simone Gorla
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Manca quasi un anno alle elezioni comunali, ma a Milano anche in piena estate si respira già un'aria da campagna elettorale. Ad aprire lo scontro è stato il leader della Lega, Matteo Salvini, oggi in visita a Sesto San Giovanni per celebrare l'ingresso nel suo partito del sindaco ex forzista Roberto Di Stefano.

Salvini all'attacco di Sala: Milano è ferma, niente nel cassetto per chi verrà dopo

Parlando della scelta del candidato che dovrà provare a riportare il centrodestra a Palazzo Marino dopo dieci anni, il segretario del Carroccio ha detto che "c'è più di una persona disponibile del mondo dell'impresa, del lavoro, delle professioni". Quindi ha aggiunto che Milano è "una città ferma" e che Sala "lascia nel cassetto poco o niente a chi verrà dopo di lui". Per Salvini, infatti, "tutto quello che è stato fatto in questi anni è frutto delle amministrazioni precedenti". "Io conto dopo l'estate di proporre ai milanesi la possibilità di cambiamento", ha aggiunto precisando che non sarà una scelta della Lega ma "di tutta la squadra".

La risposta del sindaco: Ex scali ferroviari rigenerati e Olimpiadi 2026 non sono niente?

Non si è fatta attendere a lungo la replica del primo cittadino milanese. "La solita tiritera salviniana che ormai non convince nemmeno più i suoi compagni di partito", è il commento di Beppe Sala, affidato ai propri profili social. Quindi il sindaco ha elencato "solo per fare degli esempi" alcuni cantieri aperti come "i progetti per la rigenerazione degli ex scali ferroviari (approvati nel mio mandato dopo più di 10 anni di discussioni in Consiglio Comunale), le Olimpiadi Invernali 2026, l'acquisita reputazione internazionale di Milano" che, conclude con ironia, "non sono niente".

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