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Milano, con la zona gialla riaprono a pranzo i ristoranti: “Limitiamo i danni”

Dopo oltre un mese i ristoranti e i bar di Milano hanno potuto nuovamente servire i clienti ai tavoli: da oggi 1 febbraio, con la zona gialla, i locali possono infatti restare aperti a pranzo e fino alle 18, quando sono obbligati a lavorare con l’asporto e il domicilio. “Sono stati mesi molto difficili – confida un ristoratore a Fanpage.it -. Gli aiuti dallo Stato ci sono ma sono pochi e non ci servono a poter andare avanti. Per ora cerchiamo di limitare i danni più che guadagnare”.
A cura di Francesco Loiacono
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L'ultima volta era durata una decina di giorni, da Santa Lucia (13 dicembre) fino al 23 dicembre, a parte la breve parentesi del 7 e 8 gennaio. Da oggi la Lombardia è tornata zona gialla, e i ristoratori milanesi e lombardi in generale sperano (e con loro tutti i cittadini) che possa durare di più: significherebbe un ulteriore rallentamento della pandemia di Covid-19 che altrove, purtroppo, mostra una recrudescenza legata alle nuove varianti del virus. Dopo mesi difficili i titolari di bar e ristoranti – circa 51mila le attività interessate in Lombardia secondo la Coldiretti – hanno potuto ospitare di nuovo i clienti all'interno dei propri locali: con la zona gialla possono rimanere aperti dalle 5 fino alle 18, mentre dopo possono lavorare solo con l'asporto (vietato però per gli alcolici) fino alle 22 e col domicilio.

La gioia dei ristoratori e dei clienti

Fanpage.it ha incontrato alcuni ristoratori che hanno raccontato le speranze e la gioia di questa nuova "prima" giornata di lavoro con i clienti finalmente seduti ai tavoli. "Speriamo di vedere una giusta affluenza, cercando di rispettare i distanziamenti per poter continuare a lavorare costantemente tutti i giorni", confida Emanuele Pappalardo, del ristorante "Donna Titina". Mentre Clarissa Barcovich, titolare de "La Rava e la fava", spiega: "C'è qualche prenotazione, ma non mi immagino una mole di lavoro troppo grande perché comunque tantissimi continuano a lavorare da casa". La ristoratrice punta il dito sulla confusione che ha accompagnato il passaggio di fascia (annunciato prima per domenica 31 e poi slittato a oggi, lunedì 1 febbraio): "Venerdì sera quando è stata data la notizia della zona gialla avevo già una trentina di prenotazioni per domenica".

I ristoratori: Sono stati mesi molto difficili

I mesi appena trascorsi sono stati "molto difficili – aggiunge Pappalardo -: gli aiuti dallo Stato ci sono ma sono pochi e non ci servono a poter andare avanti. Per ora cerchiamo di limitare i danni più che guadagnare". Nonostante le difficoltà, i ristoratori interpellati da Fanpage.it non hanno aderito alla protesta di #ioapro: "Prima di tutto non si può protestare contro una pandemia, non si può protestare in un modo che rischia soltanto di ampliare il problema – dice Clarissa Barcovich -. La soluzione non può essere quella del negazionismo".

(Interviste a cura di Simone Giancristofaro)

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