Milano Centrale e il progetto mai realizzato: come sarebbe stata la stazione con un grattacielo da 160 metri
Una stazione-grattacielo, con una torre alta 160 metri che svetta accanto ai binari e una piazza su più livelli. Così si presenterebbe oggi la Stazione Centrale di Milano ai passeggeri, se il progetto vincitore del concorso bandito nel 1953 per il rifacimento dell'edificio fosse stato realizzato. Ma il disegno, firmato dagli architetti Giulio Minoletti ed Eugenio Gentili, è rimasto per sempre sulla carta. Per fortuna? O il nuovo volto di Milano Centrale avrebbe restituito modernità e freschezza alla costruzione monumentale di stampo fascista, inaugurata in pieno regime nel 1931?
La stazione-grattacielo di Milano Centrale
Un passo indietro. Nel 1953 il Ministero dei Trasporti e il Comune di Milano bandirono un concorso per una modifica radicale del fabbricato ferroviario nel cuore della città. Gli architetti Giulio Minoletti e Eugenio Gentili Tedeschi presentarono così con il motto “Dopodomani" un progetto esplicitamente proiettato nel futuro, che vinse il primo premio ma non fu mai realizzato.
Una proposta drastica, provocatoria, che prevedeva la demolizione di una parte dell’edificio di Ulisse Stacchini e la realizzazione di un edificio alto 160 metri: più dei primissimi grattacieli di Milano (o meglio i primi a superare l'altezza della Madonnina in Duomo, fissata a 109 metri) ovvero la Torre Velasca, che con i suoi 106 metri verrà realizzata tra il 1955 e il 1957, e la Torre Breda in Piazza della Repubblica nel 1955, alta 116,25 metri per 31 piani. A completare l'opera, il rifacimento di piazza Duca d'Aosta su più livelli che avrebbe dovuto congiungere il piano dei marciapiedi delle rotaie con quello stradale.
La costruzione della stazione di Porta Garibaldi negli anni Sessanta
Il progetto, appunto, non vide mai la luce: tra i motivi, il fatto che la Stazione Centrale venne affiancata, a partire dagli anni Sessanta, dalla fermata in costruzione di Porta Garibaldi FS. Il disegno venne infatti ripreso solo pochi anni dopo, nel 1958, quando la Direzione Generale delle Ferrovie incaricò gli architetti vincitori di ristudiare la sistemazione della nuova stazione con l’Air Terminal. Il concorso del 1956 prevedeva la progettazione dell’edificio viaggiatori della vecchia stazione di Porta Nuova e la sistemazione delle aree circostanti: il concorso fu stavolta vinto ex aequo dal gruppo di Minoletti e da un gruppo di architetti e ingegneri romani Sergio Bonamico, Franco Gigli, Guido Gigli, Dante Iannicelli.