Milano, centinaia di rider manifestano per la città: “Veri diritti, no a falsi contratti”
Decine e decine di rider si sono dati appuntamento in piazza XXIV maggio a Milano per protestare contro il contratto collettivo siglato da Assodelivery e Ugl, in vigore da oggi 3 novembre. La manifestazione non autorizzata è partita dalla Darsena e i fattorini hanno pedalato per l'intera città raggiungendo la stazione Centrale di Milano.
O sottoscrivono il nuovo contratto o non lavorano più
Un presidio che segue dello scorso 30 ottobre quando i rider hanno incrociato le braccia per 24 ore: "Si profila un nuovo lockdown e noi rider torneremo a essere essenziali, non vogliamo però essere chiamati eroi ma solo avere i diritti che ci spettano", le parole di alcune delle sigle sindacali che hanno organizzato lo sciopero contro il contratto collettivo definito "un accordo capestro con un sindacato di comodo". "Da oggi dichiariamo guerra alle piattaforme – è il messaggio dei rider – la prossima volta, oltre a impugnare i contratti organizzeremo dei picchetti davanti ai ristoranti. Siamo stufi, non siamo schiavi ma lavoratori: da oggi con noi non si scherza".
La manifestazione non autorizzata ha raggiunto la stazione Centrale
Stando a quanto denunciato da Francesco Melis, di Cgil Milano in queste settimane Deliveroo, Glovo, Just Eat e Uber hanno scritto una mail per dire che o sottoscrivono il nuovo contratto o non lavorano più. "E che quella lettera vale da preavviso per il licenziamento. Ogni licenziamento sarà un ricorso". "È peggiorativo. Prima non avevamo diritti, ora ancora meno – spiega Angelo, rider e attivista sindacale di Deliverance – dopo due anni di trattative la legge 128 che ci dava finalmente la tutela contro l'infortunio, l'assicurazione sociale. Ma la Cassazione ha detto che ai lavoratori della consegna del cibo spettano tutti i diritti della subordinazione. L'accordo capestro, criticato anche dall'ufficio legale del ministero del Lavoro, invece mantiene il cottimo. Vogliamo malattia, ferie e paga oraria".