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Milano, cadavere mutilato e carbonizzato: condanna a 30 anni per i due assassini

Sono stati condannati a 30 anni in primo grado nel processo con rito abbreviato gli assassini del 22enne colombiano Hernandez Tautiva Cristian Giovanny il cui cadavere su ritrovato il 30 marzo 2019 in zona Bovisasca a Milano. I due avrebbero ucciso il connazionale per futili motivi, colpendolo con un coltello, facendolo a pezzi e infine dandogli fuoco.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono stati condannato a 30 anni di carcere i due uomini che nel marzo del 2019 hanno ucciso e poi fatto a pezzi il colombiano Hernandez Tautiva Cristian Giovanny. Dell'omicidio avvenuto a Milano in zona Bovisasca sono stati considerati colpevoli Jhonathan Hernandez Vega e Dilan Mateus Carddenas, mentre William Gomez Arango è stato condannato a 5 anni per aver aiutato i due assassini a tagliare il corpo e a nasconderlo. Il pm Paolo Storari aveva chiesto l'ergastolo per entrambi.

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La svolta nelle indagini grazie alla testimonianza della compagna di Arango

Si è chiuso così in primo grado con rito abbreviato, davanti al gup di Milano Patrizia Nobile, il processo sull'omicidio che ha sconvolto la periferia milanese. Il corpo del 22enne Hernandez Tautiva Cristian Giovanny fu trovato il 30 marzo del 2019 dai vigili del fuoco al termine di un intervento effettuato per spegnere il rogo di un cumulo di rifiuti avvenuto in via Cascina dei Prati, in zona Bovisasca a Milano. I resti del giovane furono rinvenuti all'interno di un trolley: gli erano state amputate braccia, gambe e testa. Un delitto efferato sul quale si sono messi al lavoro gli inquirenti che in poco tempo grazie alla testimonianza della compagna di William Gomez Arango sono riusciti a risolvere.

L'efferato delitto per futili motivi

Secondo quanto emerso infatti in sede di processo, il 22enne stato ucciso nella villetta in via Carlo Carrà 11 dove Arango viveva proprio con la compagna per "futili motivi": sarebbe stato colpevole secondo i suoi assassini di aver fatto la spia in una vicenda di sgarri tra gli altri connazionali, pagando con la vita il fatto di aver avvertito un altro colombiano che gli "amici" con cui stava facendo una grigliata lo stavano cercando. Da qui il delitto, lo scempio sul cadavere e il tentativo di farne sparire le tracce dando fuoco al trolley in cui era stato nascosto. I protagonisti della vicenda erano infatti coinvolti in un precedente litigio avvenuto tempo prima in Argentina.

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