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Milano, bimbi maltrattati a scuola: il maestro era già stato sospeso e licenziato da altre scuole

Era già stato licenziato da una scuola e sospeso da altri istituti il maestro della elementare del quartiere Comasina a Milano che ora è stato indagato per maltrattamenti nei confronti di 18 alunni tra i 7 e i 10 anni. Nell’ordinanza firmata dal gip Sara Cipolla emerge un lungo elenco di provvedimenti disciplinari precedenti alla vicenda, oltre all’elenco delle punizioni che infliggeva ai piccoli alunni.
A cura di Salvatore Garzillo
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Strattonati, offesi, puniti con la privazione del bagno, restando in piedi con la faccia al muro, tenuti lontani dagli altri compagni. Così trascorrevano le lezioni dei bambini che avevano “quel” maestro. Dall’ordinanza firmata dal gip di Milano Sara Cipolla emerge un quadro di paura e vessazioni quotidiane, tali da traumatizzare i bambini in modi diversi. C’è chi non riusciva a dormire, chi sporcava il letto, chi era più nervoso o aggressivo, chi semplicemente cercava in ogni modo di evitare la lezione di “quel” maestro anche fingendo un malore.

Tutto parte dal disegno di un bambino

Al termine di una lunga indagine condotta dal commissariato Comasina, diretto da Antonio D'Urso, il docente è stato indagato per maltrattamenti su 18 bambini tra i 7 e i 10 anni e sospeso dall'insegnamento per 4 mesi ma ci potrebbero essere nuovi sviluppi.
La vicenda inizia nel 2018 a Milano, quando la madre di un bimbo di 7 anni vede uno strano disegno sul suo libro di scuola. L’esercizio diceva: “Scegli un fatto accaduto nella tua classe la scorsa settimana, disegnalo e raccontalo con una frase”. Il bambino aveva rappresentato il maestro assieme a una compagna, in classe, posizionati accanto a un armadio e a un banchetto. Ad accompagnare il tutto una frase: “Settimana scorsa il maestro ha spinto Xxx sull’armadio dei libri”.
Alla madre aveva inoltre raccontato di aver sùbito lo stesso trattamento alcuni giorni prima perché accusato (non è chiaro se a ragione) di aver maltrattato una sua compagna.
Pochi giorni dopo un’altra insegnante ha chiamato la donna chiedendole di passare a prendere suo figlio perché aveva manifestato un po’ di malessere prima della fine delle lezioni. Una volta fuori, però, il bimbo aveva confessato di aver mentito solo per evitare la lezione di ginnastica con il maestro.

Comportamenti poco professionali

Una collega ha raccontato agli inquirenti che «durante le lezioni il maestro aveva dei comportamenti poco professionali», precisando che queste parole derivavano dall’esperienza diretta di aver visto «il maestro rivolgersi in maniera brusca» nei confronti di un bambino di origini straniere «che metteva spesso in castigo, trasportando il suo banco vicino all’uscita, in un angolo della classe, lontano dagli altri alunni».
È la stessa donna a raccontare che quando si era avvicinata per consolare l’alunno in lacrime, il maestro le aveva detto bruscamente di lasciarlo stare perché non erano affari suoi.
La donna ricorda un altro episodio, stavolta con un altro piccolo come vittima delle presunte vessazioni. Mentre si preparavano per andare in palestra, «il maestro prendeva il bambino per un braccio, sollevandolo da terra e, con forza, lo faceva sedere su un portaombrelli in metallo che si trovava vicino, urlandogli “devi stare fermo e tranquillo” ».
Quel bambino, continua ancora la docente, in un’altra occasione era scappato via in lacrime dalla classe dicendo che «il maestro era cattivo, un bugiardo, e che faceva rispettare i compiti di ognuno».

Le offese e i pianti degli alunni

Nell’ordinanza firmata dal gip Cipolla ci sono altre testimonianze, tutte dello stesso tenore. Nel novembre 2018, durante un compito in classe, un bambino affetto da disabilità aveva più volte chiesto aiuto e a un certo punto il docente «si era alzato di scatto dalla sedia ed urlando verso il bambino aveva dapprima preso il banco e lo aveva spinto verso di lui, poi aveva afferrato il bambino per le braccia scuotendolo in modo forte tanto da farlo piangere e poi urlando aveva detto “avevi proprio voglia di piangere oggi”».
Sembra che l’uomo esercitasse una particolare antipatia nei confronti di un piccolo gruppo di alunni, spesso strattonati e apostrofati per i corridoi con «imbecille, sei un cretino».

L'elenco delle punizioni

L’elenco delle punizioni è lungo è ben variegato. «Con frequenza quotidiana – si legge nel provvedimento – li metteva in punizione posizionandoli con il banco a ridosso della lavagna, in tal modo costringendoli a tenere continuamente la testa sollevata per leggere quanto scritto, oppure con il banco contro i muri materiali, forzandoli quindi a mentirete la testa ruotata di 90 gradi, in modo innaturale, per seguire la lezione». Non solo: «Con frequenza quotidiana impediva loro di andare in bagno, trattenendoli in classe nonostante le ripetute richieste dei bambini».
C’è un altro punto su cui andrebbe fatta chiarezza, anche se non è contestato alcun reato al momento. I colleghi raccontano che l’uomo era solito accompagnare le bambine al bagno e che restava con loro nei locali.

Li sbatteva contro l'armadio

Una neuropsichiatra infantile in servizio alla scuola, aveva trovato notevoli difficoltà di collaborazione con l’insegnante, il quale «dimostrava di non conoscere la normativa inerente gli alunni con certificazione H, di non sapersi avvalere della collaborazione col docente di sostegno, di faticare ad ascoltare e comprendere i contenuti specialistici che gli suggerivano».
Durante le audizioni protette, un bambino ha spiegato che quando li metteva in punizione «li sbatteva nell’armadio ma non dentro, fuori», quindi contro la porta di metallo chiusa con un catenaccio.
Le dichiarazioni dei bambini sono ritenute «pienamente attendibili e credibili in quanto il racconto risulta essere logico e corrispondente al parametro di credibilità soggettiva e oggettiva».

I tanti provvedimenti disciplinari

Prima ancora delle carte dei magistrati c’erano gli atti dei provvedimenti disciplinari di diversi istituti, da cui emerge che il maestro era «incapace di lavorare in team, di collaborare con le altre docenti della classe e scortese nei modi e nelle espressioni».

Un provvedimento disciplinare del 2 dicembre 2013 gli era costato la risoluzione del contratto a tempo determinato per “gravi carenze didattiche ed educative, omissione di vigilanza e incapacità di gestione del rapporto scuola-famiglia”. Nel febbraio e nel marzo 2016 aveva ricevuto altri “due provvedimenti di censura per condotta non conforme ai doveri della funzione docente”. Il 3 gennaio 2018 era stato poi sospeso per “10 giorni dal servizio per condotta non conforme ai principi di correttezza e responsabilità nei confronti del diretto superiore e della classe, reiterata violazione degli obblighi concernenti la prestazione lavorativa per gravi carenze didattiche ed educative, omessa vigilanza della classe, comportamento scorretto e contraddittorio nei confronti degli alunni e pregiudizio nel rapporto fiduciario tra amministrazione pubblica e dipendente”.
Non è finita. Un altro giorno di sospensione dall’attività il 22 giugno 2018 per “diffamazione nei confronti di un docente e comportamento scorretto nei confronti del dirigente scolastico”. Altro provvedimento di censura il 22 giugno dello stesso anno per “comportamento gravemente scorretto e irriguardoso nei confronti del diretto superiore”.
Nonostante un curriculum di questo tipo, ha trovato un posto come insegnante nella scuola di Comasina.

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