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Milano, anestesisti e rianimatori a Regione Lombardia: “No a reclutamento forzato in ospedale Fiera”

La sfida di Regione Lombardia oggi è di reclutare anestesisti e rianimatori per l’ospedale Fiera di Milano. L’associazione di categoria Aaaroi-Emac a Fanpage.it ha denunciato che “se non ci sono volontari provvederanno a spostare personale con un ordine di servizio rifiutando le nostre condizioni”. Ovvero, una turistica di massimo 15 giorni di fila e vitto e alloggio pagato.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto di repertorio
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Oltre alle terapie intensive piene a preoccupare Regione Lombardia è la carenza di personale medico nelle corsie degli ospedali. E ancora di più se la giunta si trova con un ospedale come quello di Fiera Milano con pazienti sempre più in crescita ma con sempre meno medici e con bandi aperti ma con zero candidati così come denunciato dall'assessore al Welfare Giulio Gallera. L'ipotesi, secondo quando denunciato dall'associazione sindacale di Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani (Aaaroi-Emac), è di una mobilitazione coatta da parte della Regione di personale medico nella struttura in Fiera.

Le condizioni dettate da anestesisti e rianimatori a Regione Lombardia

Dopo un incontro con lo staff di Gallera, l'associazione spiega: "No alla mobilità forzata degli anestesisti e rianimatori all'Ospedale Fiera Milano", spiega a Fanpage.it la presidente dell'associazione Cristina Mascheroni impegnata come medico rianimatore sull'automatica. Nel dettaglio, oggi all'ospedale Fiera i medici anestesisti e rianimatori sono quelli del Policlinico di Milano, ma presto non basteranno più. Così Regione Lombardia, stando a quanto riferito dall'associazione, ha invitato i medici a offristi volontari per spostarsi dal proprio reparto alle corsie di Fiera. Un'offerta che anestesisti e rianimatori erano pronti ad accettare ma con alcune condizioni: "Abbiamo proposto a Lombardia di avere un'adeguata turnista del personale che non superi i 15 giorni di fila, duranti i quali siamo anche disposti a lasciare la famiglie purché ci facciano soggiornare in un hotel con vitto e alloggio pagato".

L'ipotesi del trasferimento con un ordine di servizio

Condizioni che il Pirellone ha accettato in parte: l'hotel sì ma i 15 giorni no. "Hanno risposto che i medici dovranno rendersi disponibili per tutto il periodo necessario dell'emergenza della pandemica. Ma come possiamo lasciare la nostra famiglia per un tempo indefinito?". Risultato: i volontari hanno fatto dietro front e "Regione ci ha informati che tra le ipotesi c'è anche quella di trasferire il personale attraverso un ordine di servizio. Cosa che ci ha lasciati sconcertati. Una simile decisione rappresenterebbe un vero e proprio schiaffo ai medici che hanno dato il massimo nella scorsa primavera, e che non possono pagare il prezzo di una altrui pianificazione tardiva nazionale". Eppure durante la prima ondata l'ospedale, costruito in tutta fretta, era rimasto vuoto. Allora i rinforzi di personale medico in Lombardia era arrivato dalle Regioni meno colpite dal Covid e dai Paesi europei e extraeuropei meno in affanno. "Oggi invece tutta l'Italia e tutto il mondo è alle prese con la sfida al Covid. E così la carenza di personale ora si sente ancora di più".

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