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Milano, anche le palestre protestano contro il Dpcm: zumba in piazza Duomo

I gestori di palestre e piscine sono scesi in piazza Duomo a Milano contro le chiusure imposte dal Dpcm del governo Conte per contenere il numero di contagi da Coronavirus. I lavoratori del mondo dello sport hanno manifestato con sessioni di zumba e crossfit chiedendo di consentire loro di poter riaprire.
A cura di Ilaria Quattrone
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L'ultimo decreto ministeriale del Governo Conte, emanato a causa dell'aumento dei contagi da Coronavirus, ha portato in piazza diverse categorie: dai ristoratori agli studenti, agli esponenti del mondo della cultura e fino ai proprietari palestre. Tutti in un modo o nell'altro sono stati interessati dalle nuove misure previste dal Dpcm. Le palestre – insieme a cinema e teatri – poi in modo particolare: le strutture infatti dovranno rimanere chiuse.

Flash mob dei gestori di palestre e piscine in piazza Duomo

Viste quindi le nuove disposizioni, i gestori di palestre e piscine hanno dato vita venerdì 30 ottobre a un flash mob in piazza Duomo a Milano che si è così trasformata in una palestra a cielo aperto: personal trainer, frequentatori e appassionati di sport hanno protestato con delle vere e proprio sessioni di ginnastica. Il loro dissenso è stato comunicato a suon di zumba e crossfit. "La nuova chiusura rappresenta la fine per molti centri che stavano in piedi per miracolo e nello stesso tempo pensiamo che si comprometta la salute e il benessere della persona", sostiene Matteo Bovi, uno dei personal trainer che ha guidato la sessione al Duomo.

Gestori palestre: Abbiamo buttato via soldi per rendere le palestre luoghi sicuri

Uno dei punti emblematici portato avanti dai manifestanti è il fatto che i lavoratori sportivi sono spesso inquadrati con contratti di collaborazione e non hanno quindi degli ammortizzatori sociali. Non solo. I gestori lamentano anche il fatto di essersi attrezzati in questi mesi per rispettare tutte le regole e gli adeguamenti del governo: "Ora che eravamo attrezzati ci chiudono. Abbiamo buttato via soldi ed energie affinché le nostre palestre fossero dei luoghi sicuri.  Questa è una scelta che non si giustifica tra l'altro con nessun dato scientifico – prosegue Bovi – anche il ministro Spadafora ha evidenziato che non ci sono stati focolai in palestre o piscine".

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