Milano, addio al partigiano Guido Ravenna, nome di battaglia “Furio”: aveva 93 anni
È morto ieri a Milano, all'età di 93 anni, il partigiano Guido Ravenna. Veneziano d'origine, Milano era ormai la città che lo aveva adottato: in particolare il quartiere Calvairate, dove abitava e alla cui sezione Anpi era iscritto. È stato proprio il presidente di Anpi Milano, Roberto Cenati, a dare la notizia della sua scomparsa tratteggiando un ricordo di "Furio", il nome di battaglia che Ravenna si era scelto durante la guerra di liberazione dai nazifascisti che lo aveva visto protagonista tra le fila della Brigata Osoppo.
"Di famiglia di tradizione antifascista, Guido ha partecipato dopo l’8 settembre 1943 alle prime attività cospirative a Venezia, fra cui la distribuzione di manifestini, e nei primi di giugno del 1944 al lancio di bombe a mano contro la sede fascista in Rio Terrà Santa Margherita – ha ricordato in una nota Cenati -. Poco dopo fu fra i primi veneziani a salire in montagna, raggiungendo il comando dell’Osoppo allora sistemato nel castello di Pielungo. Seguì il trasferimento con un gruppo in val Cellina-Piancavallo (Friuli) dove rimase fino alla fine della guerra. Guido ha fatto parte dei battaglioni Piave e Cellina, della V Brigata Osoppo, anche come capo squadra".
L'ultima battaglia a cui partecipò era stata quella del 12 aprile 1945 alle maghe Ciamp, terminata con la disfatta dei nazifascisti. Per tutto il resto della sua vita però il partigiano Ravenna ha tenuto vivo il ricordo della Resistenza, raccontandone i valori ai tanti studenti delle scuole incontrati a Treviso, Venezia e poi anche a Milano. Nel capoluogo lombardo l'ultimo atto del suo impegno civile, quando lo scorso 25 aprile si affacciò dalla finestra della sua abitazione per cantare "Bella ciao", dal momento che l'emergenza sanitaria aveva fatto annullare il tradizionale corteo. Nel settembre del 2015, in occasione del 70esimo anniversario della Liberazione, l'allora ministro della Difesa Roberta Pinotti aveva consegnato a Ravenna la Medaglia della Liberazione. Un'altra medaglia era arrivata dell’Ordine degli ingegneri per i 50 anni di professione: "Lo ricorderemo sempre con affetto, commozione e riconoscenza", ha scritto Roberto Cenati.