Milano, a gennaio ingressi scaglionati e nuovi orari per scuole, negozi e aziende
Ingressi scaglionati nelle scuole superiori e aperture differenziate per negozi, aziende e università: sono questi i punti alla base del Patto "Milano per la scuola", presentato nella mattinata di oggi martedì 29 dicembre dal Prefetto Renato Saccone e dal sindaco Giuseppe Sala. Al piano hanno aderito le istituzioni pubbliche, ma anche i gestori dei trasporti, le aziende, gli enti che rappresentano i commercianti e gli ordini professionali. L'obiettivo è quello di garantire agli studenti e alle studentesse delle scuole secondarie di secondo grado il rientro in classe in sicurezza già dal 7 gennaio.
Ingressi scaglionati per le scuole
Stando a quanto riporta una nota stampa del Comune, sulla base di uno studio elaborato dal Politecnico di Milano sono stati riorganizzati gli spostamenti tra le 7 e le 10 del mattino. Questa è la fascia oraria in cui, secondo lo studio, sono presenti più persone sui mezzi di trasporto. Per questo motivo, il primo ingresso a scuola sarà previsto alle 8 mentre il secondo dopo le 9.30. Il 7 gennaio entro le 8 entrerà il 40 per cento degli studenti mentre alle 9.30 il restante 10 per cento. Dal 7 gennaio in poi si lavorerà per far tornare tra i banchi di scuole il 75 per cento dei ragazzi.
Quando apriranno negozi, aziende e università
A cambiare non sarà solo l'ingresso a scuola, ma anche il mondo lavorativo e universitario. Le università potranno tornare a fare lezioni in presenza, ma solo dopo le 10. Gli sportelli pubblici ai cittadini apriranno dopo le 9.30, ma sarà necessario prendere appuntamento. I negozi apriranno invece alle 10.15. Banche, istituti assicurativi e finanziari potranno aprire dopo le 9.30. Le aziende del settore manifatturiero dovranno aprire entro le 8 mentre i settori amministrativi, direzionali e di consulenza potranno aprire alle 9.30. Regole ferree anche per i liberi professionisti: questi potranno ricevere i clienti dopo le 10 e preferibilmente su appuntamento. Il patto continua a promuovere l'uso dello smartworking, ma allo stesso vuole riorganizzare i tempi di una città che prima della pandemia da Coronavirus ospitava ogni giorno oltre un milione di utenti. Questo nuovo piano può quindi considerarsi un test fondamentale per l'organizzazione della città post-pandemia.