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Milano, 20enne stuprata da un uomo inchiodato dal test del Dna: fermato

Un uomo di 30 anni è stato fermato e accusato dagli agenti della Squadra Mobile della polizia di Milano di aver violentato una donna di 20 anni dipendente dell’ospedale San Raffaele, nella mattinata dello scorso 9 agosto. La vittima si stava recando a lavoro quando l’uomo le si è avvicinato nei pressi di Cascina Gobba aggredendola.
A cura di Filippo M. Capra
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Un uomo di 30 anni è stato fermato e accusato dagli agenti della Squadra Mobile della polizia di Milano di aver violentato una donna di 20 anni dipendente dell'ospedale San Raffaele, nella mattinata dello scorso 9 agosto. La vittima si stava recando a lavoro quando l'uomo le si è avvicinato nei pressi di Cascina Gobba aggredendola. Il 30enne è stato successivamente inchiodato dal test del Dna e dalle immagini registrate dalle telecamere analizzate dagli agenti della Squadra Mobile di Milano.

Ragazza di 20 anni stuprata mentre andava a lavoro

Le indagini della polizia si sono concentrate principalmente sull'osservazione delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della zona e l'incrocio del Dna ritrovato sulla scena. Secondo quanto ricostruito sinora, il 30enne, un cittadino di origine nordafricana che sarebbe sprovvisto di permesso di soggiorno e dalla fedina penale pulita, si sarebbe accorto della giovane verso le 6.30 del mattino. La vittima si stava recando a lavoro quando, dopo essere stata raggiunta a piedi dall'aggressore, è stata colpita e trascinata a lato della strada.

L'aggressore inchiodato dal test del Dna

Qui, in uno spazio poco visibile dai passanti, è stata violentata. Dopo la denuncia della donna, gli agenti della Mobile guidati da Marco Calì l'hanno trovato dopo pochi giorni grazie all'incrocio tra i tabulati telefonici. Decisivo, riporta Tgcom24, il riscontro con le tracce di Dna trovate sul luogo del delitto comparate a quello dell'uomo. Il dato inequivocabile l'ha inchiodato alle sue responsabilità.

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