Migliorano le condizioni di Nicolò, massacrato a martellate dal padre: potrebbe ricordare cos’è successo
Nicolò Maja non ha riportato conseguenze dal punto di vista cognitivo e potrebbe quindi essere sentito a breve dal pubblico ministero Martina Melita: a sostenerlo è il giornale locale "La Prealpina" che racconta come le condizioni del 23enne, unico sopravvissuto alla strage famigliare di Samarate (Varese), stiano migliorando pur rimanendo ricoverato all'ospedale di Varese.
Il 23enne riconosce i parenti
Per il momento, il 23enne non sarà dimesso. A fine giugno, lo zio Mirko Pivetta, raccontava come il ragazzo comunicasse a gesti e riuscisse a pronunciare a fatica la parola "ciao". Era però in grado di riconoscere i suoi parenti dimostrando così di non aver perso la memoria. E mentre il ragazzo migliora di giorno in giorno, gli inquirenti proseguono con le indagini e cercano di ricostruire l'esatta dinamica della vicenda.
Alessandro Maja ha chiesto l'amministrazione di sostegno
Il padre, Alessandro Maja, ha invece chiesto l'amministrazione di sostegno. L'uomo, accusato di aver ucciso la moglie Stefania e la figlia Giulia, non può accedere ai suoi conti e non può quindi provvedere al mantenimento in cella. Per questo motivo, ha presentato richiesta al tribunale. Da fine giugno si trova in carcere a Busto Arsizio, ma presto potrebbe tornare a Monza.
Potrebbe essere aggredito dagli altri detenuti
Dovrà prima concludere la riabilitazione della mano ustionata: dopo il suo arresto, aveva infatti tentato di uccidersi in carcere. Per il momento, Maja – che dovrà essere sottoposto a perizia psichiatrica – non avrà contatti con detenuti perché potrebbe esserci il rischio che venga aggredito.