“Mia figlia aggredita al luna park, ha una danno permanente all’orecchio”: il racconto di una mamma
"Dopo tre anni stiamo ancora aspettando, con un danno permanente all'orecchio e un'ipoacusia grave a causa delle botte, che la giustizia faccia il suo corso": a dirlo in una lettera inviata al quotidiano locale La Provincia di Como, è una mamma che racconta quanto subito dalla figlia aggredita tre anni fa da una baby gang in zona luna park in corso Europa a Cantù.
La madre ha ripercosso quel terribile giorno: l'adolescente si trovava con alcuni amici quando è iniziata una discussione con un gruppo di giovani: "Mia figlia, con altri amici, decide di lasciare gli autoscontri perché, per futili motivi, il clima sta diventando pesante". E in quel frangente, un amico della ragazza viene bloccato dalla baby gang e trascinato in un luogo più appartato dove viene picchiato.
La dinamica dell'aggressione
Con lui anche la ragazza: "Presa da dietro, per i capelli, sbattuta a terra e riempita di calci e pugni. In qualche fortuito modo sono riusciti a scappare". Nessuno è intervenuto in soccorso delle vittime: "Sono riusciti a fatica a salire sull’autobus, perché l’autista non voleva permetterlo e, anche sul mezzo, nessuno ha prestato aiuto a dei ragazzi sanguinanti, senza denti e con i volti tumefatti".
La famiglia dell'adolescente ha denunciato l'accaduto ed è finita in un vortice burocratico e legale: "Noi, parte lesa, abbiamo dovuto incorrere in trafile infinite, deposizioni, visite, dolore, frustrazione". E dopo tre anni da quel terribile episodio, non hanno ancora ottenuto giustizia.
La donna ha scritto dopo che i giornali hanno diffuso la notizia di due sedicenni aggrediti da un gruppo di ragazzi avvenuto a Cantù. La rissa è esplosa dopo una discussione partita a seguito di un contatto sugli autoscontri. Una delle vittime è stata ricoverata in pronto soccorso.
"Scrivo di getto, dopo aver letto solo le poche righe introduttive dell’articolo sul pestaggio avvenuto al luna park. Un’ondata di rabbia e dispiacere mi ha colpita e sono tornata con la mente a circa tre anni fa".
"Questo mio scritto non ha un intento preciso, vorrei solo rendere pubblico ciò che fino ad ora non ho urlato al mondo: sono indignata per tutti quelli che si sono girati dall’altra parte e anche, con rammarico, per la giustizia italiana. Prima o poi so che arriverà. Ma nel frattempo?".