“Mi sento in colpa per non avervi difeso”: la lettera di Nicolò Maja a mamma e sorella uccise dal padre
"Mi sento in colpa per non avervi potuto difendere, per essere sopravvissuto, mi chiedo sempre: perché io?": a scriverlo in una lettera è Nicolò Maja, il ragazzo di 24 anni che è sopravvissuto alla strage di Samarate (Varese) quando suo padre, Alessandro Maja, ha ucciso la moglie e la figlia e cercato di ammazzarlo.
Nella serata di ieri, lunedì 27 febbraio, il ragazzo ha partecipato all'evento "Women for Women against Violence-Camomilla Award" dove il presidente di Senato, Ignazio La Russa, gli ha poi consegnato un premio. "Mamma, Giulia, Dio solo sa quanto mi mancate, mi sforzo inutilmente di non pensare a voi, ma continuo a cercarvi e a sperare di rivedervi".
Cerco di convincermi di aver vissuto solo un brutto incubo", scrive ancora il ragazzo. A leggere le sue parole è stato l'attore Marco Bocci. In quel testo commovente, Nicolò ha ricordato le risate di Giulia, la sorella sedicenne, la sua allegria e le serate passate insieme al cinema o a cena fuori.
Le parole per Giulia e Stefania
"Sentivamo e cantavamo assieme sempre la canzone dei Pinguini Tattici Nucleari, Pastello Bianco. Ogni tanto cercavi di sfuggirmi, ma io non mollavo, volevo stare con te, ti volevo proteggere, eri troppo giovane per uscire da sola". Il 24enne ha poi ripensato ai momenti trascorsi con la sua famiglia come le serate passate a giocare con la Settimana enigmistica: "Papà leggeva le domande e noi a cercare di trovare le risposte. Mi credete se non riesco ancora a capire cosa è successo, a smettere di chiedermelo… Perché?".
E proprio quel perché è una domanda che ossessiona il ragazzo: "Perché papà nel pieno della notte vi ha colpito a morte e poi si è accanito anche su di me. Perché lo ha fatto?". Dopo i momenti condivisi con la sorella, Nicolò ha ripensato alla madre. È tornato indietro con la memoria a quando guardava i filmini del matrimonio, alla canzone Your Song di Elton John che ancora adesso gli ricorda lei.
"Ricordo i tuoi inseguimenti per abbracciarmi e io che mi spostavo per sfuggire ai tuoi baci, adesso non lo posso fare più, sono in un cono d'ombra e faccio fatica a uscirne. Mamma, Giulia, vi chiedo perdono. Non ho saputo dimostrarvi tutto l'affetto che provavo per voi, sono sempre stato un po' chiuso, vi amavo immensamente ma ormai non ve lo potrò più dire".
"Adesso tutte le sere mi addormento sperando di incontrarvi, di stare con voi, in un bel sogno, che spero non finisca mai".