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“Mi saluti i nonni in paradiso?”: le lettere dei bimbi di Bergamo a Santa Lucia nell’anno del covid

Le lettere scritte dai bambini di Bergamo a Santa Lucia nell’anno della pandemia raccontano, con semplicità e in modo genuino, l’esperienza che i più piccoli hanno vissuto insieme alle loro famiglie nei mesi del Coronavirus: “Santa Lucia, quest’anno hai peso il Covid? E l’asinello?”. “Devi mettere la mascherina?”. “Mi saluti i nonni che sono da Gesù?”.
A cura di Redazione Milano
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"Santa Lucia, quest'anno hai peso il Covid? E l'asinello?". "Devi mettere la mascherina?". "Mi saluti i nonni che sono da Gesù?" Nell'anno della pandemia che ha sconvolto tutte le abitudini, anche le lettere dei bambini che chiedono i dolci e i regali per le feste sono, inevitabilmente, diverse. Dubbi, speranze, paure e pensieri per i propri cari che non sono più. Un punto di vista genuino, quello dei bimbi, sulla pandemia.

La tragedia del Covid nelle lettere a Santa Lucia

A Bergamo infatti prima dell'arrivo del Natale c'è un'altra data che i bambini attendono con trepidazione: è quella di Santa Lucia, tra il 12 e il 13 dicembre. Un avvenimento che assume un significato particolare, nel 2020, nella città martoriata dal Coronavirus in primavera, fino a diventare simbolo della tragedia con le immagini delle bare il lutto di migliaia di famiglie. Anche con le restrizioni, nei paesi e nelle valli della Bergamasca per permettere ai più piccoli di lasciare le lettere sono state allestite buche, camini e punti di raccolta.

I pensieri dei bambini bergamaschi

I pensieri dei bambini bergamaschi, riportati dai quotidiani locali, risentono quest'anno dell'esperienza vissuta insieme alle loro famiglie. "Quest'anno c’è stato il Covid e per qualche mese non sono andata a scuola", racconta una bimba. "Con questo virus non è andato molto bene, ma noi non ci arrendiamo lo combatteremo di sicuro", scrive l'autore di un altra lettera. Parole e riflessioni più da adulti che da piccoli.  "Le lettere di quest'anno contengono quasi tutte un riferimento alla tragedia della pandemia, al dramma che Bergamo ha vissuto", ha raccontato il curato dell'oratorio dell'Immacolata.

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