“Mi hanno sparato a una gamba”: il racconto del ragazzo che Shiva ha tentato di uccidere
"Mi hanno sparato a una gamba. Correte subito". È la telefonata che fa Alessandro R., 25 anni, subito dopo la sparatoria avvenuta la sera dello scorso 11 luglio fuori dalla casa discografica Milano Ovest a Settimo Milanese. Insieme ad altri due giovani ha appena teso un agguato al rapper Shiva, oggi arrestato per tentato omicidio, che ha risposto esplodendo almeno quattro colpi di pistola.
La telefonata al 118
"Venite subito, mi hanno sparato", dice con tono concitato agli operatori del 118. "Sono stato ferito, correte. Venite qua subito, subito". Alla richiesta di indicare con esattezza il luogo in cui si trova, risponde: "Sono in strada, dentro un palazzo in via Barbiera. Sono scappato, mi hanno sparato".
Il giovane, insieme all'amico Walter P., pochi minuti prima si era intrufolato nel cortile della casa discografica di Shiva, coperto da passamontagna e vestiti scuri. I due praticano MMA, disciplina di arti marziali miste, e sono accompagnati da un ragazzo che ha in mano uno smartphone per filmare la scena.
Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato di un vero e proprio agguato teso dai due atleti, una trappola architettata per vendetta nei confronti del gruppo del celebre rapper milanese. "Mi hanno colpito alla gamba sinistra, però mi sa che il proiettile è uscito, non ce l'ho dentro", spiega il 25enne all'operatore del 118 al telefono.
I due giovani colpiti da Shiva durante la sparatoria non parlano
La pallottola, in realtà, ha solo sfiorato la gamba. Ma, dopo essere stato medicato sul posto dai sanitari, il 25enne rifiuta comunque il ricovero, e spiega di non voler rilasciare dichiarazioni su quanto accaduto poco prima. Non precisa né il luogo in cui è stato colpito, né riporta i nomi delle persone che erano con lui e che quindi potrebbero aver visto qualcosa.
Nel frattempo, all'ospedale di Vimercate, si presenta anche Walter P., 30 anni. Saltella su una gamba, è ferito anche lui agli arti inferiori: il colpo di pistola gli ha attraversato da parte a parte la coscia destra. Ma anche il 30enne non riporta ai sanitari ciò che è successo, e fornisce una versione "generica e mendace" dei fatti.
L'amico che è con lui e l'ha condotto in Pronto soccorso, estraneo alla vicenda, non ne sa molto di più: dichiara solo di essere stato contattato dal giovane sanguinante, e di averlo accompagnato in ospedale. Sa solo che Walter P., durante il tragitto, gli ha chiesto delle condizioni di salute di "Ale", anche lui ferito.