“Mi hanno chiesto di spogliarmi ma mi sono rifiutata”, il racconto di un’attivista dopo la protesta alla Leonardo
"Mi sono sentita molto spaesata, con le spalle al muro, quasi paralizzata. Mi hanno chiesto di abbassarmi i pantaloni e fare i piegamenti sulle ginocchia, ma mi sono rifiutata". A parlare è Val, pseudonimo di una delle attiviste del movimento ambientalista Extinction Rebellion che lunedì 13 gennaio, dopo aver partecipato a una manifestazione fuori dalla fabbrica Leonardo Spa a Brescia, hanno raccontato di essere state portate in questura, dove durante le perquisizioni sarebbero state obbligate a spogliarsi e a fare dei piegamenti sulle gambe.
"Quando sono entrata – ha raccontato Val – mi hanno chiesto di togliermi i vestiti. Ho chiesto il motivo e mi hanno risposto che si trattava della loro normale procedura di perquisizione, che in qualsiasi caso dovevo farlo e che se mi fossi rifiutata, lo avrebbero fatto loro. Ero molto spaesata, perché non è una procedura a cui normalmente le attiviste e gli attivisti di Extinction Rebellion vengono sottoposti quando arrivano in questura".
La 25enne ha raccontato di essersi tolta le scarpe e il maglione, per poi mostrare cosa aveva sotto ai pantaloni, ma di non aver accettato di spogliarsi: "Volevano che mi abbassassi le mutande e facessi i piegamenti. Io sono rimasta quasi paralizzata e ho detto ‘no, non voglio'. Hanno un po' insistito, ma alla fine hanno lasciato perdere. Sono molto felice di essermi rifiutata, perché se lo avessi fatto sarebbe stato emotivamente e psicologicamente molto più pesante".
Altre ragazze invece hanno raccontato di essere state costrette a spogliarsi: "Rifiutarsi non è stato semplice – dice Val – ero lì da sola, con davanti persone con il coltello dalla parte del manico, senza contatti con l'esterno, senza telefono, senza poter parlare con nessuno, neanche un avvocato. Mi sono sentita con le spalle al muro". Ma quello che è successo non l'ha intimidita a tal punto da rinunciare alla protesta: "Non provo paura, ma rabbia per la repressione subita. Questo non mi fermerà, anzi, mi dimostra che a maggior ragione bisogna fare qualcosa a riguardo, perché non è possibile subire questo trattamento per una protesta non violenta contro un genocidio".
Stando a quanto riferito dalle attiviste, le perquisizioni sarebbero avvenute in stanze separate, alla presenza di sole agenti donne, ma per gli individui maschi del movimento ambientalista portati in Questura non sarebbe stata seguita la stessa procedura e nessuno avrebbe chiesto loro di spogliarsi. Ora le donne perquisite hanno detto di essere intenzionate a confrontarsi con un legale, per "Capire se effettivamente è una procedura standard, se c'erano dei motivi per cui effettivamente le agenti erano legittimate a fare così". Se così non fosse, le attiviste hanno annunciato di voler denunciare l'accaduto. Intanto il vicecapogruppo di AVS alla Camera Marco Grimaldi ha chiesto spiegazioni sull'accaduto con un'interrogazione parlamentare.