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Covid 19

Metà degli italiani positivi ai test sierologici vive in Lombardia, 7 volte più che al Sud

In Lombardia si concentra oltre la metà degli italiani che sono risultati positivi ai test sierologici e hanno quindi anticorpi da covid nel proprio sangue. Lo certifica l’indagine di sieroprevalenza su Sars-Cov-2 condotta da Istat e Ministero della Salute. In Lombardia il dato dei positivi è pari al 7,5 per cento, di sette volte superiore a quello delle regioni meno colpite.
A cura di Simone Gorla
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La Lombardia è la regione italiana con il livello più alto di sieroprevalenza, cioè con il maggior numero di persone che hanno sviluppato anticorpi contro il coronvavirus. In Lombardia è pari al 7,5 per cento: ossia 7 volte il valore rilevato nelle regioni a più bassa diffusione, soprattutto del Mezzogiorno.

In Lombardia oltre la metà degli italiani con anticorpi nel sangue

Il caso della Lombardia è unico: da sola assorbe il 51% degli italiani che hanno sviluppato anticorpi. D’altra parte in Lombardia, dove è residente circa un sesto della popolazione italiana, si è concentrato il 49% dei morti per il virus e il 39% dei contagiati ufficialmente intercettati durante la pandemia.

Positivi ai test 1 milione e 482mila italiani

Sono 1 milione e 482mila gli italiani che hanno contratto finora il coronavirus, il 2,5 per cento dell'intera popolazione, come confermato dalla direttrice centrale Istat, Linda Laura Sabbadin nel corso della conferenza stampa per la presentazione dei primi risultati dell'indagine di sieroprevalenza su Sars-Cov-2. La ricerca è stata condotta dal 25 maggio al 15 luglio da Istat e Ministero della Salute nelle rispettive funzioni, mentre la Croce Rossa ha condotto la rilevazione sul campo con l’aiuto delle Regioni. "L’indagine mira a definire la proporzione di persone nella popolazione generale che hanno sviluppato una risposta anticorpale contro SARS-CoV-2, attraverso la ricerca di anticorpi specifici nel siero", spiega l'Istituto di statistica.

La sieroprevalenza nelle regioni italiane

Nel dettaglio ecco i valori riscontrati dall'indagine oltre a quello lombardo: il 4 per cento in Valle d'Aosta, il 3,3 nella provincia autonomia di Bolzano, il 3,1 in quella di Trento, stessa percentuale in Liguria, il 3 in Piemonte, il 2,8 in Emilia Romagna, il 2,7 nelle Marche, l'1,9 in Veneto, l'1,5 in Abruzzo, l 1 per cento in Lazio, Toscana e Friuli, lo 0,9 per cento in Puglia e Umbria, lo 0,8 in Basilicata, lo 0,7 in Campania e Molise, lo 0,6 in Calabria e lo 0,3 nelle isole: Sicilia e Sardegna.

Picchi a Bergamo (24%) e Cremona (19%)

In Lombardia sono presenti le due province con punte più alte di residenti positivi ai test sierologici: i livelli più alti si trovano Bergamo e Cremona, il tasso di sieroprevalenza raggiunge addirittura punte, rispettivamente, del 24% e 19%. I risultati dello studio confermano anche che la malattia si è trasmessa soprattutto in famiglia e tra colleghi: l’aver avuto contatti con persone affette dal virus aumenta la probabilità che si siano sviluppati anticorpi. In tale circostanza la prevalenza sale, infatti, al 16,4%. In Lombardia si arriva persino al 24%. I valori più alti corrispondono ai casi in cui i contatti hanno riguardato i familiari conviventi. Chi ha avuto contatto con un familiare convivente infettato da SARS-CoV-2 ha sviluppato anticorpi nel 41,7% dei casi.

Un positivo su tre è asintomatico

Significativo anche il dato sugli asintomatici: il 27% delle persone con anticorpi non ha manifestato sintomi del covid. "La percentuale di asintomatici è molto importante, perché evidenzia quanto ampia sia la quota di popolazione che può contribuire alla diffusione del virus", sottolinea l'Istat, "e quindi quanta attenzione ciascun cittadino deve porre alla scrupolosa applicazione delle misure basilari di sicurezza a difesa di se stesso e degli altri.

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