Medico ucciso con un’accetta, l’assassino: “Giorgio Falcetto mi aveva rovinato la vita”
"Il medico che mi ha fatto le due flebo mi aveva rovinato la vita". Il medico era Giorgio Falcetto, chirurgo a contratto al Policlinico San Donato. Il paziente, Benedetto Bifronte. L'uomo che, due anni dopo quella visita in Pronto soccorso, ha ucciso il chirurgo a colpi d'accetta nel parcheggio dell'ospedale. La ricostruzione iniziale dell'assassino, quella della lite tra automobilisti degenerata in tragedia. Ma adesso, man mano che passano i giorni, tra le sue parole deliranti si fa strada un'altra verità.
Il medico incontrato nel parcheggio: "Per colpa tua ho sempre mal di testa e nausea"
"Per colpa tua, ho sempre mal di testa e nausea". Così Benedetto Bifronte, nel proprio racconto agli inquirenti riportato da Il Giorno, si sarebbe rivolto al dottor Giorgio Falcetto, incontrato per caso e riconosciuto nel parcheggio della struttura mercoledì 13 dicembre. Ne sarebbe nata una brevissima discussione, al termine della quale l'assassino sarebbe salito in macchina e avrebbe centrato (secondo la sua testimonianza, in maniera del tutto involontaria) quella del chirurgo. Altra lite, stavolta definitiva: l'uomo ha tirato fuori dal bagagliaio un'accetta e ha colpito alla testa Giorgio Falcetto, per poi fuggire e abbandonarlo in una pozza di sangue.
La visita in Pronto soccorso nel febbraio 2021
"Mi aveva rovinato la vita", racconta oggi agli investigatori il 62enne, pregiudicato, originario del Messinese ma da tempo residente nell'hinterland milanese di Rozzano. Sì, perché un contatto tra i due c'era già stato in passato: Falcetto aveva visitato Bifronte nel febbraio del 2021. Quel giorno il paziente si presenta in ospedale lamentando dolore toracico con dispnea, cioè con difficoltà a respirare. Viene visitato da Falcetto, che gli diagnostica una cervicalgia con sindrome influenzale (non Covid) e lo dimette con una prognosi di 7 giorni, prescrivendogli alcuni medicinali. E oggi, a quasi due anni di distanza: "Dopo quelle due flebo mi aveva rovinato la vita".
Ci sono già stati segnali di squilibrio psichiatrico?
Il paziente 62enne intanto resta in carcere, ritenuto pericoloso e incapace di controllare i propri impulsi di aggressività. Resta da indagare se in passato vi siano stati segnali di squilibrio psichiatrico, tali da spiegare una sanguinosa aggressione nata da quello che sembra a tutti gli effetti un delirio della mente: per il momento, però, non risulta che Benedetto Bifronte sia mai stato seguito.